La storica famiglia di pupari Mancuso festeggia i 90 anni di attività con una stagione inedita: per tutto il periodo natalizio al piccolo Teatro Stabile di pupi siciliani Carlo Magno, che conta circa 80 posti, sarà possibile da oggi fino al 29 dicembre, eccetto i giorni 24, 25 e 27, assistere alla storica rappresentazione de “La nascita di Orlandino”, in programma alle ore 17:30. La stagione natalizia del Teatro, è stata presentata proprio stamani in occasione di un incontro, nel quale si è anche discusso della tradizione dell’arte pupara nella nostra terra.
Un’arte, quella del puparo, che oggi è patrimonio immateriale da tutelare «Io e la mia famiglia rappresentiamo i pupari del borgo Vecchio – ha affermato Enzo Mancuso – mi sento responsabile nel salvaguardare quest’arte, tramandarla a chi mi segue spero, e anche ai miei figli. Non ci inventiamo pupari, siamo pupari».
Lo spettacolo dei pupi ha per secoli rappresentato il principale intrattenimento del popolo siciliano, l’arte del puparo non consiste solo nella messa in scena dell’opera, ma unisce insieme tutta la preparazione, dalla scenografia ai costumi, ed anche la musica. «Fare teatro significa unire in sé tutte le arti – ha affermato l’assessore alla cultura Andrea Cusumano – l’opera nei pupi nella sua spontaneità è una forma d’arte totale».
Oggi vi è un tentativo di riscoperta delle origini e dell’importanza che queste hanno per la costruzione della nostra identità, «Non tutte le tradizioni meritano di essere perseverate, ma quella della rappresentazione dei pupi siciliani riflette la nostra cultura in modo esemplare – ha affermato il professore Ignazio Buttitta– il nostro tempo è un tempo che non vuole conoscere le storie. Oggi più che mai c’è la necessità di guardarsi alle spalle, occorrono degli investimenti concreti a medio e lungo termine, da parte delle istituzioni, per far si che questo tipo di tradizione duri nel tempo e non si perda come la maggior parte delle usanze».
Un piccolo teatro nel cuore di una delle borgate storiche di Palermo, il consigliere Giulio Cusumano, sull’importanza di riscoprire questo luogo ha affermato: «Purtroppo tanti palermitani non conoscono questo gioiellino, però molti turisti partecipano agli spettacoli. L’amministrazione comunale, anche se non gli compete direttamente, sta avviando dei progetti per divulgare questo tipo di artenelle strutture ricettive».
Un luogo ricco di storia in cui lavoro passione e manifattura si incontrano, Enzo Mancuso al GCPress ha dichiarato: «Siamo un’antica famiglia palermitana iniziamo la nostra attività nel 1928 con mio nonno Antonello, classe 1910, che iniziò quest’attività a 18 anni, allievo tra l’altro della famiglia di pupari Pernice. Mio nonno, inoltre, girò tanti paesi del palermitano e tante borgate, e si stabilizzava in un luogo anche per un anno intero. Le storie rappresentate andavano dal regno di re Pipino il breve, il padre di Carlo Magno, fino arrivare ad Orlando, in questo modo si giocavano un anno interno di spettacolo. In quel periodo palermo contava una ventina di teatri dei pupi, il calo si ebbe negli anni ’50 con l’avvento della televisione. Questo teatro – ha concluso il maestro Mancuso – inaugurato nel 2003, risulta essere l’ultimo aperto con una licenza specifica per la rappresentazione dei pupi siciliani».
È possibile acquistare i biglietti degli spettacoli recandosi direttamente al botteghino in via Collegio di Santa Maria 17 a Palermo.