Prodotti locali, agroalimentare e biodiversità: sono questi i principali tratti distintivi della IV edizione della fiera della Biodiversità certificata, che si svolgerà a Palermo dal 9 all’11 novembre, in uno dei siti più prestigiosi della città, ovvero l’Orto Botanico.
Durante la tre giorni, i partecipanti avranno la possibilità di scoprire e “riscoprire” varie tipologie di prodotti certificati, attraverso tavole rotonde, seminari, e convegni.
La manifestazione è anche occasione per affrontare un tema fondamentale per l’agricoltura certificata ovvero la promozione e lo sviluppo di “filiere certificate”, come elemento centrale dell’economia agricola siciliana e garanzia di qualità per il consumatore.
La quarta edizione della Fiera della Biodiversità Certificata è stata presentata stamani all’edificio 4 di viale delle Scienze, ed ha visto la partecipazione di: Francesca Cerami, direttore dell’Istituto Idimed; Paolo Inglese, direttore del Sistema Museale dell’Università degli Studi di Palermo; Rosario Schicchi, direttore dell’Orto Botanico dell’Università degli Studi, Dario Bagarella, responsabile commerciale Italia di Agroqualità; Nino Amadore, giornalista de “Il sole 24 ore”; ed infine Daniele Cipollina, amministratore di Adv Maiora e presidente della rete d’imprese Gustoso Sicilia Food Excellence che, in esclusiva al GCPress ha dichiarato: «Il nostro scopo con questa manifestazione è incentivare l’agroalimentare per passare dalle parole ai fatti, vogliamo promuovere i prodotti del nostro territorio e soprattutto renderli redditivi. Questa manifestazione è l’esempio di interscambio tra il mondo della formazione e quello delle aziende».
Sarà un weekend all’insegna del Made in Sicily, e su questo aspetto, si è anche soffermata Francesca Cerami, la quale ha precisato: «Lo scopo di manifestazioni come queste è quello di accorciare le distanze tra informazioni e competenze, ma anche di far scoprire le eccellenze dei nostri prodotti. Oggi le certificazioni Dop, Igp, Biologico sono uno strumento fondamentale perché permettono al consumatore di avere un’ulteriore garanzia, e attribuiscono al prodotto un valore aggiunto. E’ quindi necessario fare dell’alimentazione una cultura».
La Sicilia ha numerosi prodotti a marchio Dop e Igp, tuttavia la quota di mercato che le appartiene resta ancora piccola. Secondo i dati Ismea del 2017, l’impatto economico dei 30 alimenti siciliani a marchio Dop e Igp, ammonta a 45 milioni di euro, un valore nettamente inferiore se si pensa che la Lombardia, che ne ha 34, riesce a generare un valore di 1,5 miliardi di euro. Per non parlare dell’Emilia Romagna che, con 43 prodotti certificati, arriva a superare i 2,7 miliardi di euro.
Ecco perché la Fiera vuole essere da un lato una “vetrina” dei prodotti certificati siciliani per favorirne lo sviluppo commerciale, e per renderli ancor di più accattivanti, incrementandone così la loro attrattività turistica; dall’altro, punta all’analisi del settore per evidenziarne le potenzialità, ma anche le criticità che rischiano di bloccarne lo sviluppo.