Sabato 15 luglio alle 21.30 al Teatro Antico di Taormina va in scena “Carmen”, di e con Josè Perez, una rilettura in chiave moderna del lavoro di Georges Bizet che pone al centro i contrasti dell’animo umano in relazione alla vita, all’amore e alla morte.
La Carmen di Josè Perez, che ha debuttato il 14 settembre 2015 al Teatro Romano di Benevento è un’opera moderna in due atti che celebra la vita di tutti i giorni, un balletto che si pone come ponte tra passato e presente in cui è centrale il nodo dei sentimenti emotivi, che si spiegano in un’interpretazione simbolica, nell’uno e nell’altro personaggio. L’opera sarà portata in scena da una compagnia di giovani ballerini. Sulla scena anche lo stesso Josè Perez in Don Josè. Le musiche saranno eseguite dall’orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania. L’opera è ambientata in una Spagna esotica, specchio della tradizione popolare di una terra che fu crocevia di popoli e culture proprio come la Sicilia. La struttura coreografica è arricchita di contrasti fra i festosi motivi zingareschi e l’incalzare drammatico dell’azione, con una costante “narratività” esplicitamente espressa e mai fine a sé stessa.
“L’idea di creare una compagnia di giovani ballerini – dichiara Simona Filippone, organizzatrice dello spettacolo e presidente di ASDC Futuro Danza Palermo – nasce dal desiderio di voler valorizzare i giovani artisti siciliani, potendo dare loro la possibilità di vivere una forte esperienza sul palcoscenico insieme a dei professionisti. Voler investire sul loro percorso professionale dando un’opportunità concreta di lavoro è il secondo motivo che mi ha spinta nella creazione di questo spettacolo. Un esempio calzante è la giovanissima Chiara Amazio, interprete del ruolo di Carmen, di origini catanesi, da poco laureatasi all’Accademia del Teatro Alla Scala, al suo primo debutto in un contesto di questo spessore. Alcuni degli altri ballerini sono anch’essi siciliani.”
La piazza dove si svolge l’azione potrebbe essere in qualunque luogo, Oriente o Occidente, con personaggi contemporanei. La diversità tra i personaggi è riportata all’attualità, per essere poi superata in un concetto di abbattimento delle barriere sociali. La lotta tra le sigaraie è simbolo della lotta per il territorio che potrebbe essere in ogni dove, non ha una collocazione storica precisa. Anche il tempo non esiste, è come annullato, il giorno e la notte sono uguali, la sera è uguale alla mattina, tutta l’azione scenica si svolge in una continuità che fa da sfondo ad una dimensione in cui il concetto di spazio e tempo assumono un’importanza relativa per lasciare campo unicamente ai sentimenti dell’animo umano.
Carmen si distingue come donna diversa, presuntuosa, fuori dagli schemi precostituiti, molto sicura, che non teme confronti e che vuole tutte le attenzioni su di sé. È sfrontata, consapevole della sua bellezza, non si lascia condizionare da nulla, sa di essere la più bella ed è ben consapevole del suo ascendente, non cede a compromessi, neanche quando va incontro al suo destino. Don José inizialmente non si concede, mantiene il suo potere, resta un uomo autoritario, un soldato, determinato nella scelta di andare fino in fondo nel suo proposito. Non si espone ma è attratto da Carmen, il loro rapporto tuttavia non diventa mai profondo. È un personaggio anche egoista, perché non vuole mescolarsi a donne come Carmen e non è neanche disposto a creare una vera relazione con lei, ma, nello stesso tempo, ammaliato dalla sua bellezza, vuole esercitare tutto il suo potere su di lei, portandolo fino alle estreme conseguenze.
Il personaggio di Micaela è rivisitato in questa versione moderna in cui non appare come la promessa sposa di José ma come un’amica di Carmen che ambisce ad essere come lei, una donna libera e indipendente e, nella speranza di riuscirci, si rende complice di José, informandolo di tutte le azioni di Carmen e richiedendo il suo intervento. Micaela è il trait d’union tra Carmen e José, un personaggio dunque molto particolare, presente quasi in ogni scena. La centralità è tutta su Carmen che qui è personaggio assoluto, studiato in ogni minimo dettaglio, per rendere al massimo il senso di una donna moderna e decisa, ma nel contempo capace di provare amore e consapevole del suo ruolo umano in ogni istante, fino a quello estremo della morte. Con il suo fascino, dimostra di essere più forte del potere militare e la sua danza rappresenta la vittoria psicologica della donna e dell’amore senza regole sul soldato e sull’autorità.
José si spoglia dei gradi per diventare un uomo del popolo, in una dimensione in cui le differenze sociali sono azzerate. Il suo sentire diventa quello di un uomo comune, che non può fare più affidamento sul proprio potere militare per dominare gli eventi e il cui dramma interiore nasce proprio dal confronto sul piano prettamente umano con Escamillo, giovane toreador, elegante e vittorioso nell’arena, che fa innamorare la bella Carmen. Tuttavia, José, pur non indossando più la divisa, resta un animo austero, intrappolato in rigidi schemi, incapace di gestire il confronto con il rivale e con la libertà di Carmen, che non è solo la libertà dalle catene della prigione, ma una libertà di spirito che destabilizza totalmente l’uomo-soldato, incapace di adeguarsi ad una vita in cui non sono più le sue armi a dettar legge. Dal conflitto interiore di José scaturisce la decisione di uccidere Carmen nella piena consapevolezza che, togliendole la vita, non sarà neanche più sua. Il processo di elaborazione dell’atto di pugnalarla nasce dall’inconscio ma viene portato a termine con lucidità cosciente, nel momento di unione fisica con Carmen, uno dei momenti più alti dello spettacolo, in cui amore e morte si sovrappongono totalmente.
In un contesto nazionale dove l’arte della danza sta vivendo un forte epilogo, come avvenuto di recente con i tagli al corpo di ballo dell’Arena di Verona, (14 Fondazioni Lirico-Sinfoniche italiane, solo 4 corpi di ballo rimasti: Milano, Roma, Napoli e Palermo), il progetto “Carmen” di Josè Perez e di Simona Filippone, di ASDC Futuro Danza Palermo, nasce con l’intento di dare un impulso innovativo al concetto di danza, creando spettacoli che possano favorire il rilancio socio-culturale del territorio in cui si sviluppa, in questo caso la città di Catania e provincia. Il progetto vede la collaborazione del Teatro Bellini di Catania. L’idea è di promuovere la formazione di giovani ballerini, quindi accrescere il fattore sviluppo artistico in vari settori afferenti alla danza con la creazione di una compagnia, che spazia dal repertorio classico alla rivisitazione in chiave moderna di opere di grande impatto artistico, fino a progetti di carattere sperimentale.
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