Gli uomini al Nord prediligono la prosciutto e funghi, da Napoli in giù non resistono alla bufala. Tra le donne invece impazza la vegetariana, più leggera e ideale per stare in linea. Dopo la mamma e la squadra del cuore, è facile pensare che l’altro amore degli italiani sia rappresentato dalla pizza. Emblema della dieta mediterranea e piatto simbolo, che sia in spiaggia o a casa, la pizza si conferma il piatto preferito dagli italiani. Il mangiar sano ha dato nuovo impulso: sempre più spesso nel menù compaiono notizie sulla lievitazione naturale e a Roma ad esempio ha ripreso quota la ‘pinsa’, una pizza più digeribile con un impasto lievitato a lungo.
I dati Doxa sul consumo dicono che il mercato della pizza sforna numeri da capogiro, 56 milioni di pizze a settimana, quasi tre miliardi all’anno, con una buona fetta coperta dagli asporti e dalle pizze surgelate, il cui peso sul totale surgelati raggiunge l’11% e fa registrare una quota di penetrazione assoluta intorno al 63%. Oltre alla bontà di questo piatto, gli italiani lo scelgono perché viene ritenuto un simbolo di socialità e condivisione (52%), così come un piatto forte della cucina italiana (45%).
A fare la differenza è la provenienza geografica: se al Nord trionfa la prosciutto e funghi (89%) e, specie tra i più piccoli, la classica pizza Margherita (87%), al Sud invece non si riesce a fare a meno della classica bufala (82%), della marinara (71%) e della tonno e cipolle (64%), simbolo della tradizione mediterranea, specie tra i maschi (75%). Tra le donne invece va forte la Norma con melanzane e ricotta salata (67%), seguita da quella ai frutti di mare (59%) e alla pomodorini, capperi e olive (45%). È quanto emerge da uno studio condotto da Buitoni, effettuato con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 4000 italiani di età compresa tra i 18 e i 65 anni, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate per capire il rapporto degli italiani con il cibo in estate e in particolare con la pizza.
E poi la sfida tutta interna alle regioni: bassa/alta, con il cornicione gonfio oppure ripieno di ricotta secondo le ricette napoletane oggi esportate ovunque? Anche il tipo di forno vuole la sua parte, i più quotati sono quelli artigianali mattone su mattone con grandi cupole e ditte napoletane a farsi concorrenza e a cercare gli attestati dei pizzaioli (Stefano Ferrara e Di Costanzo tra i tanti).
“La tradizione di questo piatto nasce in strada, in un luogo popolare – afferma l’antropologa dell’alimentazione Lucia Galasso –. Un vero e proprio microcosmo, con valenze e simbologie tanto importanti per noi italiani e di cui la pizza stessa è un simbolo e una sintesi. La pizza si è evoluta, gli ingredienti con cui viene condita, arricchita e resa affascinante per tutti i nostri sensi, ne hanno fatto un piatto che sfida ogni stagione, rinnovando il suo profondo legame con la tradizione e la nostra identità culturale”.
Pomodoro e mozzarella, uniti anche ad altri ingredienti e ad un impasto saporito, sono il mix ideale capace di soddisfare tutti i palati. Secondo gli italiani, però, ad avere un significato particolare è ciò che la pizza rappresenta dal punto di vista sociale: oltre ad essere un piatto sfizioso, è infatti un simbolo di socialità e condivisione (52%) che unisce le persone e le generazioni. Non a caso davanti ad un evento sportivo, a supporto di una rimpatriata tra amici o semplicemente come premio personale, la pizza rappresenta molto spesso la prima scelta. Non solo, da oltre un secolo è ritenuta uno dei cardini della cucina italiana (45%) e di conseguenza una garanzia di qualità. Ma uno dei maggiori punti di forza di questo piatto è la capacità di mettere d’accordo tutti (41%). Primi, secondi o dolci sono in parte oggetto di dibattito e discussione, mentre la pizza diventa sinonimo di approvazione nella maggior parte dei casi.
Quali i momenti preferiti per gustarla? Ben 8 italiani su 10 (83%) sfruttano il weekend per guastare questo piatto. Il sabato (32%) è il giorno più gettonato, seguito dalla domenica (25%) e dal venerdì (22%), anche se durante il periodo estivo le giornate infrasettimanali riprendono quota.