Se tachicardia e vertigini prendono il sopravvento al solo pensiero dell’imbarco, per chi ha paura di volare c’è una soluzione che ha alte percentuali di successo: in otto anni, il 98,5% dei passeggeri sono tornati a prendere l’aereo. Il “merito” è del corso “Paura di volare? No problem!” che l’Asp 6 di Palermo e la Gesap, la società che gestisce i servizi dell’aeroporto Falcone-Borsellino, hanno portato avanti, prima grazie alla sponsorizzazione di Wind jet e poi autonomamente. Adesso il corso riparte, a partire da settembre, con il supporto di Volotea. Sono 63 i biglietti aerei (andata e ritorno per Napoli) messi a disposizione dalla compagnia per permettere ai pazienti di provare l’esperienza del volo con al fianco gli psicologi. Al progetto partecipano anche Enav, Comune di Palermo, l’Italian flight safety commitee. Una volta intrapreso un adeguato percorso terapeutico, studiato dagli esperti dell’Asp di Palermo – che prevede incontri singoli e di gruppo e realistiche simulazioni – tutti coloro che temono di staccare i piedi da terra potranno finalmente provare a prendere il volo. Dal suo avvio, “Paura di volare” sembra aver aiutato tantissimi passeggeri che oggi possono tranquillamente viaggiare in aereo: secondo i dati raccolti, infatti, dal 2006 il 98,5% dei pazienti che ha seguito il percorso terapeutico è riuscito a superare la sua fobia specifica. “Le nostre sedute – spiega la dirigente dell’Asp e psicologa Miti Triscari – sono di terapia cognitivo-compartamentale e i pazienti riescono a rielaborare le loro ansie e fobie, scoprendo cosa c’è dietro il loro disturbo. Nel corso della terapia, hanno la possibilità di visitare la torre di controllo dell’aeroporto Falcone e Borsellino e, a conclusione del trattamento, sono accompagnati a una sorta di ‘battesimo dell’aria’ effettuando gratuitamente un volo aereo. Il tutto pagando solo un ticket sanitario di cento euro, o nulla se si è esenti dal pagamento del ticket”.
Grazie al contributo del ministero della Salute, che ha finanziato la ricerca condotta dalla dottoressa Triscari, è stata acquistata un’apparecchiatura per la terapia virtuale (Vret), macchina che consente ai pazienti di sperimentare virtualmente le sensazioni, le immagini e i rumori provati durante il volo così da liberarsi da questo limitante disturbo. (ANSA).