MEZZOJUSO (PA) – La piazza è gremita di gente, arrivata da diverse parti della Sicilia. Un’esplosione di colori e allegria per il Carnevale di Mezzojuso, che si è svolto domenica 7 febbraio. È una festa tradizionale, quella che ogni anno coinvolge i mezzoiusari e tantissimi visitatori, perché si tratta di un’antica tradizione carnevalesca un po’ diversa dal solito: è una rappresentazione, che ruota attorno al personaggio dalla grottesca maschera rossa che dà il nome alla manifestazione, Mastro di Campo e alla sua contrastata storia d’amore con una dolce regina.
Organizzata dal Comune di Mezzojuso con il sostegno dell’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Sicilia e il supporto delle Associazioni Pro Loco Mezzojuso e Agape, Mastro di Campo è una tragicommedia mimata, con una trama particolarmente variegata ed intrecciata, di fronte la quale gli spettatori sono costantemente stupiti e attratti dagli innumerevoli personaggi e scene. Nonostante il punto di partenza della suggestiva rappresentazione sia un fatto storico realmente accaduto nel quattrocento, che vede la Regina del Regno di Sicilia, vedova di Martino il Giovane, Bianca di Navarra e il suo fermo rifiuto di prendere in matrimonio Bernando Cabrera, conte di Modica e gran giustiziere del Regno, la vicenda, nel corso del tempo, è stata modificata e ha seguito i sentimenti e le emozioni della tradizione popolare, per un risultato del tutto originale e unico.
Infatti, oltre al lieto fine con Mastro di Campo, che corona il suo sogno d’amore, dopo duelli, scontri e l’attesa “caduta”, sono tantissime le maschere, i costumi e i personaggi, anche storicamente anacronistici, che fanno da contorno alla manifestazione. Tra queste, ad esempio, riconosciamo Garibaldi con i Garibaldini, saraceni, maghi, un capitano d’artiglieria, baroni e baronesse, un ambasciatore, un’allegra corte regale con dame, gentiluomini e un ruffiano, che danzano su un palco florealmente arricchito, a mo’ di castello. Più di cento le figure, di fronte le quali tutti i partecipanti liberano il proprio spirito carnevalesco e la voglia di vivere un’esperienza all’insegna della gioia e della spensieratezza.
Alcuni danzano per strada, a ritmo di musica e dei tamburi, i più piccoli fremono nel vedere il paladino dalla maschera rossa e lo chiamano salutandolo con la mano, altri, invece, ridendo a crepapelle, saltano spesso in aria per gli improvvisi colpi di un cannone, che annunciano l’arrivo di Mastro di Campo, i combattimenti e l’attacco al castello. Poi in tantissimi gridano vivacemente “a me”, “a me”, “qui, da questa parte”: figuranti, in groppa al cavallo, facendo il giro della piazza, lanciano continuamente ai presenti confetti, pane, formaggi, salumi. E non manca chi dal pubblico, una volta rapito, ottiene un bel bicchiere di vino locale. Uno degli aspetti più caratteristi di questo imperdibile appuntamento è, infatti, lo stretto legame di partecipazione che si instaura tra gli spettatori e i teatranti, funzionale alla perfetta realizzazione e alla percezione di emozioni sempre nuove.
Mastro di Campo, una festa gioiosa e allegra, “una cosa seria” come la definiscono i mezzojusari che nel corso dell’anno si dedicano con impegno e costanza alla sua preparazione, unisce tutti, all’insegna della tradizione e della Sicilia, terra dalle innumerevoli bellezze. Un appuntamento imperdibile, che regala una storia d’amore carnevalesca, ma insegna prima di tutto ad amare intensamente e attivamente il proprio Paese.
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