Nell’ambito della rassegna “Himeralegge, Incontri letterari con gli Autori” promosso dal Parco Archeologico di Himera, Solunto e lato in collaborazione con diverse associazioni del territorio, lo scorso 31 luglio, presso il sito di Himera, si è presentato il libro di Cesare Capitti “La Città disumanizzata. Rigenerare l’umanità nel mondo angosciato dalla pandemia e dalle guerre” (Casa editrice Don Lorenzo Milani). Dopo i saluti del Direttore del Parco Domenico Targia e delle autorità del territorio sono intervenuti Roberto Tedesco, Alfonso Lo Cascio e Marcello Panzarella. Letture a cura di Salvina Cimino. Nell’occasione, sono stati presentati, da Elena Mango dell’Università Svizzera di Berna, i nuovi risultati della 13^ campagna di scavo archeologico.
Il libro
La città in quanto contenitore di risorse umane, di storia, di memoria, monumenti risente di una serie di crisi strutturali per effetto di una serie di trasformazioni delle dinamiche sociali, e per l’avvicendarsi nei secoli di alcune crisi pandemiche, al punto che assistiamo alla rottura e dissoluzione di ogni legame e alla decomposizione dei luoghi e del tempo della città. Gli attuali ed efferati conflitti tra la Russi e l’Ucraina, tra Israele e la Palestina hanno svelato tutte le fragilità del mondo globalizzato, ha piegato le grandi potenze della terra, ha smascherato le false promesse della grande corsa dei cittadini al capitalismo a danno delle economie dei paesi emergenti e dell’antico continente. Le città, nonostante la crisi pandemica e delle guerre in corso, resta sempre ed in ogni caso una comunità di una umanità, che vive in consonanza col tempo e nel tempo.
Sarà proprio l’umanità redenta che mediante la sua ripresa e presenza consentirà la sopravvivenza delle metropoli, delle città di piccole e medie dimensioni, che in assenza di umanità sono destinate a sparire definitivamente. La cultura, la bellezza, il decoro e l’armonia, sono elementi fondamentali che concorrono alla formazione dell’individuo sul piano intellettuale e morale e all’acquisizione della consapevolezza del ruolo che gli compete nella società e nella città. C’è bisogno di cultura, di arte, di bellezza, decoro e armonia in quanto concorrono al nutrimento materiale e spirituale dell’umanità. Nell’attuale mondo ferito dalle guerre Stefano Massini ha sostenuto che “il primo vaccino di cui l’umanità ha bisogno” è la bellezza ti apre la mente e ti dà il senso critico affinché ciò che l’uomo sta vivendo e sperimentando non sia vissuto esclusivamente in modo distruttivo ma in modo costruttivo. Si tratta di riappropriarsi della consapevolezza di poter costruire una speranza condivisa per la rinascita di un nuovo umanesimo, in grado di restituire alla collettività un volto e un luogo migliore dentro il quale possano svilupparsi in pienezza, bellezza, verità, bontà e relazioni umane.
Cesare Capitti
Architetto, è stato Dirigente Capo Servizio del Dipartimento di Urbanistica dell’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente della Regione Siciliana dal 1978 al 2010. Componente del Consiglio regionale dell’Urbanistica (CRU) dal 1994 al 2007, in atto componente dell’osservatorio dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana. Cultore del Settore ICAR 21 Urbanistica, presso l’Università degli Studi di Palermo. Ha svolto attività di docente presso il Dipartimento di architettura e ingegneria dell’UNIPA. Autore di diverse pubblicazioni “Governo del territorio e dottrina sociale della Chiesa in architettura, urbanistica, ambiente e territorio (2012 Quanat editore) “La città della speranza” (2016 Qanat editore), “Città e periferia” (2020 Maurfix edizioni).