E’ il piatto tipico di Cefalù: “a pasta a taianu“. Una specialità, risalente agli arabi, che si è mantenuta fino ad oggi. In particolare, la si prepara per la festa patronale del Santissimo Salvatore. A questa tradizione familiare si è aggiunta da 12 anni una sagra organizzata dal Centro di Cultura Polis Kephaloidion che ogni anno richiama migliaia di persone in piazza Cristoforo Colombo.
E così, sabato 11 e domenica 12 agosto a partire dalle 19 avrà luogo un viaggio nel gusto ma anche nella storia.
La Sagra, nel corso di questo decennio, è diventata un appuntamento culturale importante per la città di Cefalù in quanto è dedicata ad un piatto antico che si è mantenuto per tradizione nell’uso culinario domestico.
Il termine ‘taianu’ deriva infatti dall’arabo “taio”, che era la creta con cui veniva realizzato il recipiente di terracotta usato per la cottura della pasta. La pasta viene preparata a strati con carne sfilacciata a mano e cotta nel pomodoro per fare il ragù, melanzane fritte e pecorino. Si creano così degli strati, ma di volta in volta la pasta viene maneggiata.
Negli anni si sono venute a creare diverse varianti della pietanza, ma la versione originale prevede due tipi di carne: manzo e agnello che vengono utilizzati per il ragù, melanzane fritte e pecorino. La carne viene sfilacciata a mano e cotta nel pomodoro per il ragù. Poi insieme alle melanzane, prima fritte e poi anch’esse sfilacciate, viene posta nel fondo della pentola di terracotta con la pasta.
La cottura è naturalmente a legna e sul coperchio della pentola vengono posti dei carboni ardenti, in tal modo essa avviene contemporaneamente da sopra e da sotto, quasi una sorta di forno ambulante.
I mutamenti prodotti negli anni riguardano ad esempio il tipo di carne, alcuni non usano più l’agnello, e adottano addirittura la carne tritata; il tipo di formaggio, l’aggiunta di mozzarella, che non era prevista nella versione originaria, la cottura non più a legna e l’impiego di recipienti non di terracotta.