lunedì, 25 Novembre 2024
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Catania, Fondazione Donà dalle Rose e BIAS per la promozione di iniziative culturali fino al 3 ottobre

La Fondazione Donà dalle Rose promotrice della BIAS (www.bias.institute) la prima biennale internazionale d’arte contemporanea al mondo in cui gli artisti, liberi da catalogazioni nazionalistiche, vengono astrattamente ricondotti a padiglioni classificati come spirituali quali il padiglione abramitico, scientifico, filosofico, buddista, induista, zorastriano, religioni africane, sciamano, esoterico, archeologia religioni pertude, web artist, che valorizza in Italia e nel mondo  la Sicilia, la centralità dell’isola nel ampio bacino mediterraneo e certamente l’identità siciliana nel mondo, chiude l’apertura dei padiglioni nazionali a Catania con un assaggio significativo dal titolo “The time of game, the game of time” presso Palazzo Platamone Palazzo delle Culture di via Vittorio Emanuele II  – dal 17 settembre al 18 ottobre – con gli artisti Alviti, Rosa Mundi, Fabio Pilato, Sandro Von Eisiedel, Mohamed Keita, Concetta De Pasquale, Daniela Monaci, Bernardo Rietti Topetta, Egybadour.

Sempre in seno alla BIAS, la Fondazione Donà dalle Rose promuove per la città di Catania, presso il monumentale e storico piazzale delle Carrozze a Villa Bellini, il 3 ottobre 2020 alle ore 19,30, un inedito ed incredibile spettacolo equestre “Il gioco del tempo: in viaggio con Ulisse” che vede coinvolti diversi artisti che collaborano, ciascuno per la sua parte, con la Fodnazione Donà dalle Rose, BIAS e WISH World International Sicilian Heritage quali Salvo Piparo, Mario Bajardi e Giuseppe Cimarosa a cui si affincheranno Michele Piccione, Chiara Mariele e Claudia Ceraulo in un viaggio dal sapore di passi di danza, musica e canto in simbiosi con uno degli animali più eleganti, il cavallo. In scena un cavallo andaluso e un frisone Gipsy inglese che saranno ospitati dall’Istituto Incremento Ippico Regionale di Via Vittorio Emanuele.

Tra il 23 ed il 28 settembre 2020 l’assessore alla cultura della città di Catania, Barbara Mirabella, e la Presidente della Fondazione, Chiara Modìca Donà dalle Rose, presenteranno in conferenza stampa presso il Palazzo delle culture il progetto della BIAS 2022 e l’esposizione e lo spettacolo del 3 ottobre 2020, nonchè altre iniziative in fase progettuale che mirano a ricollocare Catania ai vertici della cultura attiva, millenaria passata e contemporanea nel panorama italiano ed internazionale come la Fondazione Donà dalle Rose e WISH World International Sicilian Heritage hanno saputo fare, soprattutto nel versante occidentale della Sicilia, da Palermo alla Provincia di Trapani, in particolare Selinunte, Salemi, Gibellina ed altre, da dieci anni a questa parte, promuovendo iniziative culturali di spessore dal carattere preminentemente internazionale, accademico e mecenatico, ad oggi sotto gli occhi di tutti.

La Fondazione Donà dalle Rose e WISH, nella figura della Presidente, la Contessa veneziana Chiara Modìca Donà dalle Rose, hanno contribuito attivamente e sono state da motore per la rinascita culturale soprattutto del centro storico di Palermo: la creazione della BIAS che nel 2016 ha aperto più di 23 luoghi al pubblico con mostre di arte contemporanea in dialogo aperto con l’architettura e l’arte antica, da quella medievale a quella barocca, facendo da apri pista all’evento fieristico internazionale di arte contemporanea  “Manifesta 12”. La Fondazione ha partecipato, unitamente ad altre realtà associative, nate via via, anche a Palermo capitale della cultura.

Nel 2014 WISH promossa dalla Fondazione Donà dalle Rose ha ideato e promosso la Via dei Librai coinvolgendo tutti i commercianti del Cassaro Alto di Palermo, il cuore della città e promuovendo una leadership con le associazioni di categoria quali Confcommercio ed altre che hanno poi dato i natali all’ormai storica e super attiva Associazione Cassaro.

Inoltre, Chiara Modìca Donà dalle Rose il 17 settembre, alle ore 19, al Castello Ursino presenta il suo libro “Judas the guess: il processo dell’umanità” pubblicato nel 2018, nella nuova  2020 Edizione Angelo Mazzota e presto trasformato in sceneggiatura di un cicolopico Musical messo in scena dal regista e drammaturgo Sasà Neri con la compagnia degli Esoscheletri facendo il giro dei teatri di Pietra siciliani ( tra parchi archeologici e teatri stabili) risalendo lo stivale sino in Umbria.

Judas the guess: il processo dell’umanità

L’autrice, creando una fictio iuris scenica, oltrepassa la barriera del tempo e dello spazio, costruendo lo scenario di un surreale Tribunale universale, sospeso tra il sapere della Storia, il sapere fisiologico di non poter veramente sapere, il pretestuoso sapere della memoria, la sfumata consapevolezza del ricordo, la fitta rassicurante rete delle regole e delle leggi via via prodotte dall’uomo. Attraverso questa visione impossibile, le fragili certezze della ricostruzione storica e, al tempo stesso, della legge si sciolgono come neve al sole nel procedere, a tratti incalzante ed a tratti moderato, quando interpreti e narratori della notte dei tempi, generano e rigenerano nuove prospettive, condannando l’Umanità a tradire niente meno che sè, prima ancora del Messia, presunto o colpevole. Questa stessa Umanità che, già nel titolo si preannuncia inerme, è la vera protagonista del manoscritto. Il rito punitivo, l’incedere solenne, la fragile ricostruzione dei fatti altro non è che la vera complessa arma del delitto di una impalpabile Umanità che, se pur incolpevole nella sua inconsapevolezza, replica nei secoli il processo al nemico pubblico.

Il nemico, il condannato oltre la sua umana esistenza, rappresentato nei libri di scuola di tutti i tempi, con la sola sua esistenza è in grado di scuotere e minare le rassicuranti istituzioni, l’apparente coesione sociale, la pervenuta morale comune. Il processo dell’Umanità in Judas the Guess è una prima riflessione, parte di tre manoscritti, con cui l’autrice indaga la parte più intima dell’uomo: l’inconsapevole paura di ciò che si teme di non essere in grado di conoscere che sovente conduce alla più vile delle strade: il male, la distruzione, l’oscurantismo, il populismo, la negazione della ricerca della verità, quantomeno storica. La dinamica descrittiva prescelta dall’autrice risiede nella teatralità e solennità peculiare tipica della giustizia umana che nella mediaticità del processo, utilizzando le più ortodosse categorie storiche e sociologiche, tratteggia la sua più profonda disumanità, nel fertilizzare il totale scollamento dalla ricerca della verità anteponendo la migliore interpretazione, per fini ordinamentali e di pubblica sicurezza o di pronta immediata risoluzione.

Il processo inscenato rovescia il concetto di colpevolezza, rispetto alla letteratura storica classica, combinando la ricostruzione dei fatti con l’attività salvifica e di rianimazione antropologica portata avanti dai difensori che nella Storia – avvocati degli imputati – hanno creduto nelle attenuanti possibili o nell’innocenza dei nemici pubblici del loro tempo procreando, così, l’evoluzione stessa della legge, della non staticità dell’opinione pubblica. Se non ci fossero i difensori dei presunti colpevoli non ci sarebbero che colpevoli e, tra questi, molti innocenti dichiarati colpevoli. Se non ci fossero pronti ristoratori della filosofia del dubbio, il sistema inquisitorio avrebbe sopraffatto, senza irreversibilità possibile, il sistema accusatorio ove la difesa è un diritto, ove la verità non è in mano all’accusatore, ma alla dialettica del confronto ed alla forza ed alla verosimiglianza del comparto probatorio.

Libro e spettacolo

Teatro Equestre

3 ottobre 2020, ore 19,30

Villa Bellini | Piazzale delle Carrozze

Video delle prime tappe della BIAS 2020:

https://youtu.be/7lFfqzLVOPw

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