Durante il mese di settembre il Museo Regionale di Arte Moderna e Contemporanea di Palermo – Palazzo Riso, parlerà la lingua della Sicilia attraverso un’iniziativa, fortemente voluta dall’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, di dare corpo, voce e forma al tema dell’Identità siciliana.
Nella corte del Palazzo Belmonte Riso, recentemente recuperata alla fruizione pubblica, come una sorta di agorà si svolgerà, infatti, per tutto il mese di settembre (e con appendice nella prima settimana di ottobre) “Settembre al Riso”, una grande iniziativa che prevede momenti di musica, teatro, mostre e arte visiva. Scopo della rassegna è scavare nell’anima della Sicilia alla ricerca degli elementi identitari, attraverso momenti di confronto e testimonianze che troveranno espressione in forme d’arte legate alla nostra tradizione.
“In molti – sottolinea l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Alberto Samonà – mi hanno chiesto in che modo intendo dare corpo all’identità siciliana, un tema che rischia di essere percepito come sterile declamazione, come qualcosa di astratto. Ecco perché, accanto alle numerose iniziative che hanno valorizzato il genio artistico siciliano e che si sono svolte in questi mesi nei teatri, nelle aree archeologiche e nei musei di tutta la Sicilia per testimoniare anche una voglia di ripartenza, ho voluto convogliare in un’unica sede fisica, qual è la corte del Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, alcuni progetti che hanno come denominatore comune quello di aiutarci a realizzare un viaggio ideale alla ricerca delle nostre radici, per rafforzare il senso di appartenenza a una storia plurale di cui ciascuno di noi è parte viva, carne e sangue”.
L’iniziativa di apertura è stata affidata ad Angelo Sicilia e ai suoi “pupi antimafia”, che ieri sera hanno presentato una rappresentazione dell’Opera dei Pupi dedicata a Lea Garofalo, donna vittima della ‘ndrangheta.
Il nome di Lea Garofalo dice di più nella sua Calabria: collaboratrice di giustizia, testimoniò contro la famiglia dell’ex compagno e padre di sua figlia, che le aveva ucciso il fratello. Ma nonostante le sue testimonianze, fu inserita nel programma di protezione ma mai come testimone, posizione questa che le avrebbe permesso di essere più sostenuta. Arrivò persino a fare ricorso al TAR contro lo Stato, ma non servì a nulla: l’ex compagno riuscì a raggiungerla e con uno stratagemma, attirarla a San Fruttuoso dove venne uccisa. La sua storia di vittima dell’’ndrangheta è stata raccontata per la prima volta dall’unica cantastorie calabrese esistente, Francesca Prestia, ma da pochi mesi è diventata anche uno “Spettacolo dell’opera dei pupi e delle pupe antimafia”. Dopo il debutto in Calabria, il lavoro teatrale è stato proposto, appunto, nell’atrio del museo Riso dal puparo Angelo Sicilia e della stessa cantastorie. L’idea dello spettacolo su Lea Garofalo nasce proprio dall’incontro tra due diverse tradizioni, tutte e due del Sud Italia: da un lato i pupi antimafia di Angelo Sicilia, dall’altro la “Ballata di Lea” di Francesca Prestia. Lo spettacolo, scritto a quattro mani, affianca due artisti che parallelamente hanno già avviato un percorso di rinnovamento dei propri repertori: da un lato i pupi e i canovacci, e dall’altro le ballate ispirate alla realtà. Musiche composte ed eseguite dal vivo dalla Prestìa a chitarrina battente, flauto traverso, tammorra, glockenspiel.
ALTRI APPUNTAMENTI
Altri momenti musicali sono affidati al Maestro Mario Modestini che l’11 settembre ci ricorderà i “Canti della mattanza”, legati alla tradizionale pesca del tonno.
Un omaggio speciale a Rosa Balistreri, “voce dell’Identità Siciliana”, nei trent’anni dalla morte, verrà tributato dal figlio adottivo Luca Torregrossa e da Matteo Bavera, giorno 20 settembre insieme a un momento in ricordo di Franco Scaldati, cui sono dedicate tre serate di teatro.
“SuttaSupra, racconti capovolti” è in programma martedì 15 settembre – alle ore 21 – nello specifico con lo spettacolo PARLA PALERMO, con testi scritti da Salvo Licata e Salvo Piparo, con le musiche di Costanza Licata, Francesco Cusumano, Diego Spitaleri e Michele Piccione. Un insieme di storie, racconti e memorie che vengono da sotto la terra, con leggende che navigano sulle parole dentro le viscere delle antiche mura della città. Tra i testi di Salvo Licata ci saranno Addio alle Borgate e I miei Amici Ladri, quest’ultimo svelerà il baccaglio, linguaggio codificato, usato dai carcerati, e ancora due omaggi: uno a Luigi Maria Burruano, che il 10 settembre ha compiuto tre anni dalla morte, con un dialogo tra Salvo Piparo e Guido Monastra, qui insieme per raccontare i ricordi più belli di Gigi, e un omaggio al beato Padre Pino Puglisi che proprio il 15 settembre si ricorda nel suo 17° anniversario dall’uccisione, con un cunto che racconta la sua immensa opera da uomo prima e da Santo poi. Costanza Licata intonerà i versi delle canzoni del padre Salvo, eseguite al tempo de I Travaglini, accompagnata dal cantautore e percussionista Francesco Cusumano e dai virtuosismi al pianoforte del maestro Diego Spitaleri. Il polistrumentista Michele Piccione sarà l’eco musicale, la cassa armonica del cunto finale di Salvo Piparo dedicato alla città e a tutti i suoi quartieri. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria tramite sms o whatsapp al numero 328.8663774.
Sara Cappello, il 29 settembre canterà “L’Isola d’oro”.
Il teatro si apre con l’opera di un giovane duo di artisti siciliani, Ugo Giacomazzi e Luigi Di Gangi, che sarà in scena il 10 sera con “Desideranza”, opera che che coniugherà l’esperienza del teatro contemporaneo con l’aspetto naturalistico, riportandoci alla tradizione dei teatri di verzura della fine del ‘700.
Giovanni Calcagno ci racconterà, invece il 13 sera la Sicilia attraverso brani di autori di Grecia, Roma e della cultura araba.
Per finire il 17 sera “Ergo non sei” dei Teatri Alchemici.
Particolare attenzione al teatro di Franco Scaldati che sarà presente anche il 18 e 19 sera con “Trittico” con Egle Mazzamuto, e il 22 e 23 sera con “Il pozzo dei Pazzi”, la sua opera teatrale più nota, affidata a Melino Imparato, suo erede spirituale.
Alla memoria di Franco Scaldati e di Rosa Balistreri verrà dedicata, inoltre, la serata del 20 settembre con un omaggio “In forma di Rosa”.
Uno spazio di grande valenza assume, inoltre, “Luce da Luce”, una tre giorni – dal 25 al 27 settembre – ispirata al Sacro, che prevede un convegno e numerose attività collegate alla spiritualità Sufi, forma di ricerca mistica dell’Islam, e all’Esicasmo, la preghiera interiore della Cristianità Ortodossa d’Oriente.
Tra le iniziative collegate ci saranno mostre, esposizioni e canti che culmineranno in un momento di grande intensità con il coro/concerto dei Monaci Basiliani di Salonicco che intoneranno antiche musiche bizantine composte in Sicilia tra il V-VI secolo dopo Cristo.
Dal 30 settembre al 2 ottobre, infine, si svolgerà il film-festival “A storia d’a Sicilia” e, per concludere, “L’epopea di Gilgamesh” di Giovanni Calcagno, omaggio al primo eroe epico che la storia ricordi, un modo di collegare i luoghi dell’arte alle tradizioni orali più antiche.
Ingresso libero fino a esaurimento posti nel rispetto della normativa anti-Covid 19 (rilevazione della temperatura corporea, possesso della mascherina e igienizzazione delle mani)