Palermo 18.06.2020 – Il mondo dell’automobilismo sportivo, che non è fatto solo dalla ricca F1 ma anche di un automobilismo così detto “minore”, sbotta e protesta. Lo spunto è quello offerto ieri sera dalla finale di Calcio di Coppa Italia che ha visto affrontarsi le blasonate Juventus e Napoli.
Tutti, anche noi che pratichiamo l’automobilismo, abbiamo guardato con favore, ci mancherebbe, la ripartenza del Calcio che conta e che economicamente ha potuto fronteggiare il rigido protocollo messo in atto dal Governo guidato da Giuseppe Conte e affidato al ministro dello Sport Vincenzo Spatafora.
Ci riferiamo quindi alle compagini di Seria A, B e C, mentre gli altri campionati, tra i quali la serie D che ha visto la promozione tra i professionisti del Palermo, ha scontato le classifiche congelate alla situazione pre-Covid19.
E’ stata importate la ripartenza del Calcio, sia per il grande indotto economico che muove, sia per i Lavoratori impiegati nello stesso e non ci riferiamo certo ai benestanti calciatori, bensì alle figure che operano dietro le quinte, come i magazzinieri, gli addetti alla pulizia delle strutture sportive ecc, ecc.
E’ stata importante anche perchè tutti noi sportivi, praticanti di tutte le discipline, abbiamo guardato al Calcio come situazione trainante per la ripartenza di tutti gli sport e quindi anche del nostro automobilismo, quello a cui ho fatto cenno, considerato “minore”. Quell’automobilismo che si muove tra le cronoscalate, gli slalom ed i Rally. Speravamo in una ripartenzan ma così, almeno per il momento, non è stato e ci auguriamo che possa esserlo al più presto.
Spiego meglio: l’attività in Sicilia, è completamente bloccata, benché ci siano stati dei segnali provenienti dal Rally, con la conferma, del Rally del Tirreno e della Targa Florio, quest’ultima spostata a settembre ma, dalle altre specialità non giungono segnali positivi, tanto che gran parte delle crono e degli slalom risultano annullati o rinviati al 2021.
Eppure queste specialità muovono turismo, portano benefici agli albergatori, ai ristoratori e ai tanti piccoli Comuni. Prendo ad esempio Chiaramonte Gulfi (Rg) o Giarre (Ct) e perchè no, anche Erice (Tp), i quali attendono, sia per motivi di tradizione che economici, le loro cronoscale e i loro slalom, perchè capaci, credetemi, di muovere flussi e interessi economici non indifferenti che toccano anche i ricambisti, i meccanici e i collaboratori delle Scuderie.
Pongo inoltre l’attenzione sui preparatori che operano in Italia e che godono di grande stima internazionale ed i quali vantano un palmares sportivo di primissimo piano, penso ad esempio ad esempio al Team Balletti di Nizza Monferrato (AT) e al palermitano Team Guagliardo, solo per citarne un paio, i primi che mi vengono in mente e non si offendano gli altri altrettanto validi.
Due Team – dicevo – che vantano una tradizione familiare non indifferente e che hanno colto, nell’ultimo trentennio, risultati sportivi di grande prestigio e che oggi vedono la loro attività bloccata da mesi.
Colgo, in particolare, la voce del mio amico d’infanzia e concittadino Domenico Guagliardo, il quale ha postato sui social un video che definisco, senza enfasi, “drammatico” e che esprime tutta la preoccupazione, non solo personale, per una situazione economica e psicologica che si fa sempre più difficile e che potrebbe portare, se solo perdurasse la mancata organizzazione delle manifestazioni, alla perdita definitiva di una tradizione radicata.
Ma veniamo al punto: il protocollo anti-Covid19, per quanto riguarda l’automobilismo, è veramente stringente ed oserei dire, addirittura depressivo per quei piloti e collaboratori di questi che, nel caso partisse veramente qualche gara, rischierebbero di passare un fine settimana, non certo in armonia e divertimento con gli amici, bensì attanagliato tra tristi e stringerti regole di contenimento.
Non aiutano certo le immagini della finale di Coppa Italia di ieri sera, nelle quali abbiamo visto i Calciatori festeggiare senza alcuna sobrietà, quella sobrietà che ci saremmo aspettati, non solo nel rispetto e nell’ottemperanza del protocollo anti-Covid formulato per lo sport pedatorio, ma anche nel rispetto e nel ricordo dei tanti morti che si sono contati anche a Torino e persino a Napoli, poco importa se i numeri siano modesti o enormi e poco importa l’età di questi morti, perchè dietro ad ogni morte c’è una sofferenza, una solitudine e c’è la disperazione di chi non ha nemmeno avuto la possibilità di accompagnare, nell’ultimo ed estremo saluto, il proprio congiunto.
Le Società calcistiche, a nostro avviso, non hanno certo incassato una bella figura e anzi, grazie al poco sobrio comportamento sopra accennato, hanno colpevolmente scatenato i festeggiamenti che, a Napoli, hanno visto giochi pirotecnici, assembramenti e addirittura furti, feriti e danneggiamenti.
Ci chiediamo quindi, e lo chiediamo a nome dei preparatori, dei piloti, dei Team Manager e di tutti gli addetti del mondo dell’automobilismo, se l’ACI Sport e la Delegazione Siciliana dell’ACI Sport, abbiano veramente percorso ogni via e se abbiamo veramente messo sul tavolo del Ministro, tutte le problematiche e con queste anche tutte le possibilità atte a fare ripartire cronoscalate, slalom e rally, in particolare nel Sud Italia e nello specifico, in Sicilia, dove il Covid19, grazie a Dio e all’impegno, dobbiamo riconoscerlo, del Presidente della Regione Nello Musumeci, dell’assessore alla Sanità Ruggero Razza, oltre che di tanti Sindaci, di grandi e piccoli Comuni, non ha provocato il disastro che, con dolore e sincero cordoglio, ha invece colpito il Nord della Penisola.