Inaugurata ieri a Villa Niscemi a Palermo, la mostra personale Pittorica di Alessandro Meli dal titolo: “Naturalmente…Acrilici”. alla presenza del noto storico e critico d’Arte internazionale Francesca Mezzatesta.
Recensione critica:
“L’immagine si è detto…non è che una forma magica del principio di identità”. (Marcel Raymond)
Francesca Mezzatesta: “Vi è un luogo della mente, una piccola porta attraverso cui l’uomo riesce a trovare ristoro e riconciliare la sua anima. Uno spazio in cui rifugiarsi dalle bruttezze e le ingiustizie, dai dolori…spaziare per un attimo al di fuori del “destino”, e lì si può magicamente creare una Katarsi in cui si “ritrova” Sé stesso e comunicare con il mondo e la chiave è l’Arte. Alessandro sebbene le sue difficoltà sin da bambino, ha avuto la volontà e la passione per studiare all’Istituto d’Arte di Palermo e frequentare corsi di ceramica Raku. Ogni mattina la sua sveglia quando suona, lui è già pronto per andare a rispettare il suo impegno con se e con gli altri e si reca nel suo “atelier” per dipingere. Con la vendita delle sue opere acquista i pennelli, i colori, le tele tutti veicoli di trasporto e transfert per adempiere alla sua necessità espressiva e creativa, che gli permetterà di superare quel “limen” e dialogare con empatia attraverso il suo dono. Per superare il suo “silenzio apparente”, si serve di capacità di tecniche en-platè dalle tematiche di suggestive con tinte e paesaggi del Mediterraneo. Il Maestro a cui si ispira è come lui siciliano ed è Renzo Meschis e ne reinterpreta le suggestioni del mare, delle case e della vegetazione dai colori brillanti e solari, che Alessandro ha modo di gustare in estate nella sua casetta al mare a Balestrate. Ciò che colpisce è la sua coerenza realistica dato che altre patologie legate alla mente spesso rivelano da parte dell’artista scarabocchi o legami più con l’arte impressionistica astratta. Nella lettura delle sue opere si evince un intensa ”informazione sensoriale” e l’esperienza di stimoli visivi di percezioni e forme ma senza ombre di inquietudini, fuori dal caos, in un ordine compositivo dove fichi d’india , tetti delle case e orizzonti denotano anche la sua inclinazione non solo tecnica ma anche di libertà di pensiero. Un fluire di trasmissioni emozionali e di sentimenti all’osservatore, ma soprattutto le immagini di un sogno nel quid indefinibile tra il percepire e il “sentire”, dove induce alla speranza e ci insegna ad apprezzare la bellezza e la semplicità di quel “mondo in perdita”… ormai dimenticato nella cosiddetta : “normalità”.
La mostra resta aperta fino al 15 gennaio, tutti i giorni dalle ore 9,30 alle 12,30; dalle 16,30 alle 19,30 (domenica dalle 9,30 alle 12,30)