Una giornata per l’autismo. Presentati a Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei medici di Palermo, i risultati di “Gioca, impara, vivi”, un progetto di inclusione sociale per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema. Grazie ai fondi raccolti da “Un fiore per Giulia” (l’associazione nata in ricordo di Giulia Foresta, la studentessa di 22 anni che perse la vita nell’agosto del 2013 cadendo dal paracadute mentre faceva parasailing in Croazia) l’Eisa onlus (Educazione per l’integrazione sociale degli autistici), ha potuto realizzare una palestra attrezzata per restituire la speranza di una qualità di vita migliore ai ragazzi con Disturbo dello spettro autistico (Asd).
Con il sostegno dell’Ordine dei medici di Palermo guidato da Toti Amato e ad un appello alla solidarietà della famiglia Foresta “il progetto oggi è una realtà e di questo ringrazio quanti lo hanno reso possibile. In Sicilia i fondi destinati a questa disabilità sono scarsi per bambini e ragazzi, inesistenti per gli adulti e le famiglie. Un anno fa – ha detto Angelo Foresta – raccogliendo l’appello dell’Eisa, impegnata a diffondere anche in Sicilia il metodo CLM America (Competent Learner Model) per ottimizzare le capacità delle persone autistiche, ne abbiamo condiviso gli obiettivi, così abbiamo deciso di creare una palestra in linea con l’approccio americano”.
Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio nazionale autismo, in Italia un bambino ogni 77 è colpito da autismo, registrando un progressivo aumento. Oggi ne soffrono tra le 300 e le 500mila persone. “Il numero è incerto perché si tratta di disordini dalla natura complessa. Possono determinare difficoltà di comunicazione e di interazione fin dalla prima infanzia – ha spiegato il vicepresidente dell’Omceo Giovanni Merlino – causando problemi di apprendimento e di comportamento. Una volta adulti, i bambini affetti da questa sindrome sono condannati all’isolamento, e con loro anche le famiglie. Supporti e un approccio scientifico validato possono migliorare le loro condizioni. Ma servono risorse, che purtroppo mancano nonostante si parli di salute, cioè di un diritto fondamentale”.
“Con i nuovi fondi raccolti quest’anno – ha aggiunto Teresa Vaiarelli – siamo riusciti a dare continuità al progetto acquistando nuove attrezzature per la palestra. E’ una sfida per dare una mano a chi quotidianamente vive con le difficoltà di questa sindrome e per le famiglie che ci convivono, che hanno costantemete bisogno del necessario supporto psicologico per non sentirsi abbandonate. Grazie alle tante piccole donazioni di volontari, amici, oggi la palestra è perfettamente funzionante, ma spero che ogni anno sia un nuovo traguardo per un regime sempre più efficiente”.
“La palestra risponde all’approccio terapeutico previsto dal metodo CLM America (Competent Learner Model) – ha precisato Maria Rita Terrana, presidente dell’Eisa – il più avanzato modello riconosciuto dalla comunità scientifica, che ha dimostrato come attraverso l’attività fisica i ragazzi possano imparare ad avere consapevolezza delle proprie capacità, conquistando anche piccoli spazi di autonomia nella vita quotidiana”.