www.doveecomemicuro.it, portale di public reporting delle strutture sanitarie italiane, ha realizzato un’indagine sugli ospedali italiani più performanti per numero di parti (fonte: PNE 2018 relativo all’anno 2017). L’alto volume di attività, infatti, si traduce in maggiori garanzie di sicurezza per mamme e bambini.
In Sicilia si conferma 1° per volume di parti l’Ospedale Buccheri la Ferla Fatebenefratelli di Palermo (con 2.255 parti effettuati nel 2017). Avanzano di una posizione il Nuovo Ospedale Garibaldi – Nesima di Catania (2° con 2.138 parti contro i 2006 del 2016 quando si posizionava 3°), il Presidio Ospedaliero Gaspare Rodolico di Catania (3° con 1.986 parti contro i 1.857 del 2016 quando si posizionava 4°) e il Presidio Ospedaliero Civico e Benfratelli di Palermo (4° con 1.804 parti contro i 1.778 del 2016, quando si posizionava 5°). Il Presidio Ospedaliero Santo Bambino di Catania, invece, è 5° con 1.803 parti (contro le 2019 nascite del 2016, quando si posizionava 2°).
Nella Regione, le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano parti sono 47. Il 34% rispetta il valore di riferimento fissato a 1000 parti mentre il 19,1% non rispetta il valore minimo di 500 parti l’anno. (Nell’edizione precedente, riferita all’anno 2016, le strutture erano 48. Il 29% rispettava il valore di riferimento fissato a 1000 parti mentre il 23% non rispettava il valore minimo di 500 parti l’anno).
“Per garantire una maggiore sicurezza, questi centri andrebbero accorpati o riconvertiti, ad esempio in ambulatori. Un discorso a parte va fatto per gli ospedali situati nelle valli o in montagna, località difficili da raggiungere, in cui dei punti nascita devono necessariamente esserci anche se i loro volumi di attività non sono in linea con gli standard”, spiega Grace Rabacchi, Direttore Sanitario dell’Ospedale Sant’Anna – A.O.U Città della Salute e della Scienza di Torino, presidio che si riconferma 1° in Italia per numero di bambini nati.
Il Nuovo Ospedale Garibaldi – Nesima di Catania (con il 24,93% di cesarei) e il Presidio Ospedaliero Civico e Benfratelli di Palermo (con il 23,05% di cesarei) rispettano la soglia per quanto riguarda la percentuale di tagli cesarei primari, che devono mantenersi inferiori-uguali al 25%.
“Rispetto al parto vaginale, il parto con taglio cesareo comporta maggiori rischi per la donna e per il bambino, motivo per cui dovrebbe essere effettuato solo in presenza di indicazioni materne o fetali specifiche”, spiega Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e membro del comitato scientifico di www.doveecomemicuro.it.