Installazioni fotografiche di grande formato, mostre outdoor, talk e proiezioni in una città che è uno dei più grandi musei d’arte contemporanea “a cielo aperto” del mondo. È il Gibellina PhotoRoad, il primo e unico festival di fotografia “open air” e site-specific d’Italia, organizzato dall’Associazione culturale On Image e co-organizzato dalla Fondazione Orestiadi, con la direzione artistica di Arianna Catania, il patrocinio del Comune di Gibellina, e sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo, main Partner Festival Images Vevey. Un’eccezionale occasione per ammirare alcuni fra i lavori fotografici più interessanti degli ultimi anni, presentati nello spazio urbano con visionari e innovativi allestimenti “all’aperto”, alla ricerca di nuove interazioni con il pubblico.
Forte del successo della prima edizione, Gibellina PhotoRoad torna quest’anno con un nuovo e più ricco programma che, per oltre un mese, dal 26 luglio al 31 agosto 2019, porterà nella cittadina trapanese i grandi autori della fotografia, accanto a giovani emergenti del panorama internazionale.
Joan Fontcuberta, Mario Cresci, Mustafa Sabbagh, Alterazioni Video, Moira Ricci, Tobias Zielony, sono soltanto alcuni dei grandi artisti più noti presenti, che insieme ai più giovani Manon Wertenbroek, Gianni Cipriano, Morgane Denzler, sono chiamati a confrontarsi con un luogo dalla storia unica.
Il tema di questa edizione è “Finzioni”. Una dialettica, quella tra realtà e finzione, che da sempre è il fondamento stesso di tutte le arti. Dalla caverna di Platone fino al postmoderno, è sempre la realtà che offre spunti per alimentare la fantasia. Ma a sua volta è la fantasia – la cultura dell’uomo – che forma e trasforma la realtà, e la rende uguale a se stessa.
«Tra tutte le arti la fotografia è la prima a usare la realtà come irrinunciabile materia prima, eppure anch’essa, lo strumento tecnico nato per riprodurre gli occhi in perfetta copia, è una finzione: si inserisce negli angoli più nascosti del tangibile per renderlo talmente vero da sembrare irreale», spiega Arianna Catania, direttore artistico del Gibellina PhotoRoad.
Sono oltre trentacinque, provenienti da diversi Paesi europei ed extraeuropei, gli artisti del fitto programma del Gibellina PhotoRoad 2019. Gli svizzeri Taiyo Onorato & Nico Krebs, Christian Lutz, Nicolas Polli, Olivier Lovey, Manon Wertenbroek, i francesi Morgane Denzler, Sophie Zenon, Michel Le Belhomme; gli italiani Mustafa Sabbath, Incompiuto Siciliano, Gianni Cipriano, Federico Clavarino, Novella Oliana, Giammarco Sanna, Andrea Alessandrini, Giorgio Varvaro; dal Messico Monica Alcazar-Duarte, e Brian Mc Carty dagli USA, sono soltanto alcuni degli artisti di fama internazionale che animeranno la cittadina trapanese nei tre giorni di apertura del festival con incontri, talk, e proiezioni (26, 27, 28 luglio).
Attesissimo il ritorno in Sicilia, dopo l’anteprima dello scorso anno, di Joan Fontcuberta. Fotografo e teorico dell’immagine, curatore e scrittore Catalano, Fontcuberta presenterà a Gibellina un immenso foto-mosaico composto da 6075 mattonelle di immagini, selfie, foto di vacanze, feste e viaggi inviate dai cittadini gibellinesi all’artista che le ha poi ricomposte per formarne un’immagine unica.La gigantesca opera collettiva permanente (13 metri per 3,5) dal titolo “Gibellina Selfie – lo sguardo di tre generazioni”, sarà il più grande foto-mosaico murale di Fontcuberta al mondo, e martedì 23 luglio verrà svelato e donato alla città, convertendosi in un’icona della stessa Gibellina.
Sulla scia dell’arte partecipativa, anche l’artista toscana Moira Ricci ha lavorato con più di 1.000 fotografie tratte dagli album di famiglia che i cittadini le hanno mostrato, per ricordare e raccontarea tutti noi, la vita della loro amata città prima che il terremoto la cambiasse per sempre. Fotografie ritrovate tra le macerie delle proprie case. Da questo immenso patrimonio, Ricci ha messo in moto la sua straordinaria fantasia dando vita ad uno spettacolare collage colorato a mano, in cui riemergono soltanto i volti di donne, anziani, uomini, bambini, per ricostruire quella comunità e quel senso di appartenenza che nella città vecchia esisteva e che il terremoto così come anche il tempo e la modernità, hanno provato a cancellare. L’opera sarà esposta a Palazzo di Lorenzo, un luogo simbolico e di grande suggestione, progettato nel 1981 dall’architetto Francesco Venezia.
Nell’ambito del Gibellina PhotoRoad è stata anche promossa una “call” il cui vincitore è Kublaiklan, un collettivo nato nel 2017 che lavora con il linguaggio visuale e fotografico realizzando progetti curatoriali, educativi e di comunicazione. Per l’occasione Kublaiklan, presenta la mostra Fontanesi, una raccolta di combinazioni visive progettata per sfruttare le peculiarità di Piazza Rivolta del 26 Giugno 1937, con l’obiettivo di offrire allo spettatore un’esperienza coinvolgente e partecipata, un’esperienza immersiva dai contorni sfumati tra realtà e finzione.