venerdì, 22 Novembre 2024
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Vertenza lavoratori sezione staccata tribunale Catania, UILPA accusa amministrazione

“Non applica il decreto legislativo 81 del 2008”, per il segretario generale Armando Algozzino: “troppi malori tra i dipendenti”

“È assurdo pretendere che il personale possa continuare a svolgere un’attività regolare malgrado lo stress termico fortissimo, così come è inaccettabile che la struttura rimanga aperta in simili condizioni”: così il segretario generale della Uil Pubblica Amministrazione di Catania Armando Algozzino torna a denunciare i disagi che caratterizzano la sezione staccata di via Francesco Crispi del Tribunale etneo, dopo il sit in dello scorso 18 luglio in piazza Giovanni Verga.

“In quell’occasione – spiega Algozzino – una delegazione della UILPA di Catania è stata ricevuta dal presidente del Tribunale Francesco Saverio Maria Mannino che ha enunciato tutte le iniziative intraprese per rendere più vivibili gli ambienti di lavoro dove opera il personale in servizio presso gli uffici di via Crispi: misure che, comunque, non risolvono il problema delle condizioni termiche e igienico sanitarie che affliggono sia i lavoratori che i professionisti operanti nella struttura distaccata”.

Tra le iniziative enunciate da Mannino, l’inizio dei lavori nella centrale elettrica dopo la seconda metà di agosto e l’acquisto di quattro condizionatori portatili: segnali di attenzione che però, secondo Algozzino, non sono risolutivi, anche alla luce dei numerosi episodi registrati di recente tra i dipendenti vittime di malori provocati dalle temperature elevate.

“Una situazione estremamente grave che va avanti ormai da quattro anni – aggiunge il segretario della UILPA in una nota inviata, tra gli altri, sia al prefetto che al procuratore della Repubblica di Catania – e che il sindacato ha denunciato e continua a denunciare, poiché emblematica della mancata applicazione del decreto legislativo 81 del 2008: ancora più grave perché si tratta di un’amministrazione pubblica”.

“Lo stress termico al quale è stato sottoposto il personale – conclude l‘esponente sindacale – è pertanto continuato e prolungato: è inaccettabile che i dipendenti affetti da specifiche patologie siano stati costretti a presentare certificazione sanitaria”.

Secondo Algozzino, l’unica cosa da fare attualmente è chiudere la struttura o predisporre la sospensione delle udienze civili al pari di quelle penali, in assenza di un intervento di manutenzione straordinaria nell’impianto di climatizzazione.

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