Si è svolta oggi alle ore 15 a Palermo, presso la Sala delle Carrozze di Villa Niscemi, la cerimonia di consegna del Premio Arte Pentafoglio a Alganesc Fessaha, fondatrice e presidente dell’ONG Gandhi. Presenti il presidente e curatore del premio, Paolo Battaglia La Terra Borgese, la direttrice del premio Vanessa Pia Turco, la psichiatra Enza Malatino e Tiberio Mantia dei Lions.
Il premio è stato attribuito alla 40enne medico, nata in Eritrea e residente a Milano, per il grande lavoro umanitario svolto contro le violenze sulle donne ed i bambini e contro le torture ai danni della popolazione del Sinai, della Libia e del Sudan. La donna, che cerca di togliere dalle mani dei trafficanti quante più persone possibile è stata minacciata di morte dagli stessi trafficanti di esseri umani,
L’Organizzazione Non Governativa Gandhi ha al suo attivo la scarcerazione, dalle prigioni egiziane, di oltre 3000 persone ed il salvataggio dalla tortura dei beduini, senza che sia stato pagato alcun riscatto, di oltre 650 persone.
A consegnare il premio Paolo Battaglia che ha espresso grande ammirazione per Alganesc Fessaha “Abbiamo deciso di consegnare il premio, sia per l’inestimabile impegno profuso negli anni che per la quotidiana lotta per garantire i diritti di chi è indifeso e che giornalmente subisce soprusi e violenze fisiche,”
Un altro attestato di stima è arrivato a Fessaha dall’artista Vanessa Pia Turco che le ha donato due sue opere.
Anche Enza Malatino, psichiatra che opera a Lampedusa per aiutare gli immigrati in un percorso psicologico, ha raccontato la sua esperienza a contatto con le migliaia di profughi che riescono ad approdare nell’isola.
La cerimonia si è conclusa con il racconto della premiata Fessaha, che ha raccontato come ha iniziato la sua esperienza umanitaria e quali sono i sogni e le speranze che, ancora oggi, accompagnano il suo operato nonostante la difficoltà e la pericolosità dei suoi intenti. Indubbiamente è stato un discorso che ha emozionato e ha fatto capire quanto sia importante un nostro contributo ma, ancora di più, quanto di terribile accada ancora sotto i nostri occhi nonostante viviamo nel XXI secolo.
“L’Italia – ha concluso Alganesc Fessaha – nel corso dei decenni ha avuto migliaia di emigranti e proprio per questo, dovrebbe capire ed essere portavoce in Europa per la promulgazione di una legge che salvaguardi i migranti e ne tuteli i diritti. La legge Bossi-Fini va cambiata.”