Paul Maheke eseguirà, nel chiostro della Galleria dArte Moderna di Palermo, sabato 16 giugno alle 19,00, una performance che comprende elementi testuali, sonori e danza. La performance è incentrata sull’idea del mare come entità infinita, costante, e dell’acqua come materia soggettiva, che non registra esattamente e visualmente il passato ma in qualche modo conserva delle storie.
L’idea da cui la ricerca e il lavoro di Maheke si sviluppano è il corpo come archivio di storie e di esperienze, espresse e articolate attraverso il movimento. Con particolare attenzione alla danza, si propone di ristabilire le rappresentazioni di blackness e queerness che emergono dalle immaginazioni occidentali, affrontando la storia attraverso la soggettività non umana.
Contemporaneamente, si riferisce alle teorie femministe che esaminano il concetto di fluidità (o il movimento dell’acqua) come materiale per riflettere sui processi di creazione dell’identità. Palermo e il territorio siciliano vengono considerati come un archivio, con la storia di movimento dei popoli, il passato di terra colonizzata e l’influenza di tali entità sui processi di soggettivazione.
Il lavoro di Paul Maheke porta avanti alcuni dei temi più interessanti relativamente al contesto in cui la performance agisce, e del potere del performer nell’articolazione di nuovi significati. Lo stesso, nasceva, in principio, da gesti semplici che consistevano ad esempio nell’eseguire opere quasi impercettibili, in spazi pubblici. Più recentemente, il suo modo di lavorare include installazioni video, performance e opere scultoree.