“Dinanzi all’ostinazione dei vertici del CERF di procedere al licenziamento dei 265 lavoratori in forza presso l’ente, siamo riusciti ad ottenere il diritto di chiamata di tutti i dipendenti coinvolti nella procedura, e il ricorso, contestuale, al contratto di solidarietà, nel caso in cui si acquisiscano nuove commesse nel periodo del preavviso di licenziamento, definibile in novanta giorni a partire dall’8 marzo”: con queste parole, contenute in una nota congiunta, i segretari generali Graziamaria Pistorino (Flc Cgil), Francesca Bellia (Cisl Scuola) e Claudio Parasporo (Uil Scuola) commentano la travagliata vertenza che vede quale protagonista la società consortile attiva sul versante della formazione professionale, precisando che, superato il limite temporale indicato, “l’azienda, sempre nel caso di nuove commesse, è chiamata a garantire il diritto di precedenza non più entro i sei mesi dai licenziamenti già avvenuti, come prevede la legge, bensì entro i sessanta mesi”.
“Siamo stati impegnati – dichiarano inoltre i responsabili regionali del comparto Formazione di Cgil, Cisl e Uil Giovanni Lo Cicero, Giovanni Migliore e Ninni Panzica – in un confronto duro con un interlocutore che ha manifestato chiusura dinanzi a qualsiasi ipotesi di prosecuzione dei rapporti di lavoro: alla fine, dopo una battaglia estenuante, abbiamo strappato le due clausole che potrebbero trovare applicazione già a partire dai prossimi mesi, in considerazione dell’imminente pubblicazione dei bandi da parte dell’assessorato regionale al ramo, per l’avvio delle attività formative”.
Si tratta, nello specifico, di clausole che consentono a tutti i lavoratori, indistintamente, di avere lo stesso diritto di “ripescaggio” esteso a sessanta mesi, considerato che, tra essi, il 97% era stato assunto con gli effetti del Jobs Act e, dunque, con un contratto a tutele crescenti.