Si è chiusa sabato 18 novembre la 39esima edizione del premio internazionale di cinema e narrativa “Efebo d’Oro”, apertosi lo scorso 12 novembre, che ha proclamato e premiato come film vincitore “Corniche Kennedy” di Dominique Cabrera, sbaragliando gli altri sette film in gara. La regista durante la cerimonia di proclamazione era accompagnata dalla protagonista Lola Creton.
Il Festival è organizzato dal Centro di ricerca per la narrativa e il cinema, la cui presidente è Egle Palazzolo, mentre la direzione artistica è affidata a Giovanni Massa, e premia il miglior film tratto da un’opera letteraria. Il premio nasce nel 1979 ad Agrigento, ma è dal 2013 che si svolge a Palermo abbracciando anche tutti i nuovi linguaggi attraverso scambi culturali ed incroci tra le arti. Antonioni, Scola, Mastroianni, Sordi, sono alcuni tra i grandi nomi del cinema ospitati dalla manifestazione.
Ventuno sono stati i lungometraggi proposti, di cui nove in prima visione e, tra gli altri eventi, incontri con autori, registi, scrittori, attori, saggisti e giornalisti. Inoltre, durante tutte le mattine dal martedì al sabato, Efebo d’Oro ha incontrato le scuole con proiezioni a loro dedicate. I vari appuntamenti si sono svolti tra la sala de Seta ed il Centro sperimentale di Cinematografia – sede Sicilia, ai Cantieri Culturali alla Zisa, e al teatro Garibaldi. Tanti i protagonisti internazionali che si sono avvicendati durante questa settimana di cultura che ha arricchito la città di Palermo, tra questi Hanif Kureishi, sceneggiatore e drammaturgo anglo-pakistano a cui è andato il premio alla carriera, e a cui è stata dedicata un’ampia rassegna cinematografica durante il corso della manifestazione.
Tanti i premi assegnati, oltre quello alla carriera, la sezione “Nuovi Linguaggi. Premio città di Palermo” che ha visto primeggiare la coppia Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi. Un premio anche per il regista egiziano Tamer El Said, per il suo “In the last days of the city”. Mentre l’Efebo d’Oro per la saggistica è stato assegnato a Ivelise Perniola per il testo “Gillo Pontecorvo o del cinema necessario”.
«Abbiamo cercato di dare un senso alla parola dialogo – ha spiegato il direttore artistico dell’Efebo d’Oro, Giovanni Massa – che sarà poi il senso di tutto il nostro lavoro. Noi cerchiamo inoltre di portare all’attenzione del pubblico un cinema che non sia soltanto di qualità, e di fare in modo che questi film abbiano un senso che li accomuni, oltre quello di fondo che riguarda il rapporto con la scrittura. Per questo ci rapportiamo anche con le scuole, e quindi coi ragazzi che mostrano sempre grande partecipazione».
“Corniche Kennedy”, il film vincitore del 39esimo Efebo d’Oro è tratto dall’omonimo romanzo di Maylis de Kerangal. Il titolo prende il nome di uno stradone che costeggia il lungomare di Marsiglia e che crea una sorta di lunga cornice sospesa tra cielo e mare. Qui un gruppo di tre ragazzi s’impadronisce del muro roccioso, usandolo come trampolino di lancio per sfidare la sorte. «Una donna che si ispira al libro di un’altra donna – ha commentato Egle Palazzolo – che racconta uno spaccato di gioventù che tanto ci comunica in tema di disagi sociali e violenza. Ma che tanto ci fa ben sperare per il futuro».
«Il film parla di giovani che si tuffano nel mare – ha spiegato la regista Dominique Cabrera – ed io ho quindi pensato al Mediterraneo. E’ commovente come sia proprio il Mediterraneo che premia il mio lavoro con l’Efebo d’Oro. Abbiamo realizzato questo film pensando anche di filmare i corpi dei ragazzi come fossero delle statue. Sono molto contenta – conclude – perché amo molto l’Italia, mio marito era italiano, ed è come se mi stesse salutando da lassù».
All’incontro che ha proclamato il film e la regista vincitrice, che si è svolto ai Cantieri Culturali della Zisa, ha anche partecipato l’assessore alla Cultura del comune di Palermo, Andrea Cusumano, il quale ha dichiarato: «Palermo ha adottato l’Efebo da qualche anno, ed il percorso che ci avvicina al 2018 descrive come la città, attraverso la cultura, recupera e racconta con la propria voce la sua storia, e costruisce attraverso il racconto».