lunedì, 25 Novembre 2024
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Mauro De Mauro, la cronaca di un mistero palermitano

Oggi, come ogni anno, si è svolta la cerimonia di commemorazione in via delle Magnolie durante la quale è stata deposta una corona d’alloro vicino alla lapide che ricorda Mauro De Mauro. Tra i presenti la figlia Franca De Mauro, l’assessora Giovanna Marano, il presidente dell’Odg Sicilia Riccardo Arena, il presidente di Assostampa Sicilia Giancarlo Macaluso, Leone Zingales e il presidente regionale Unci, Andrea Tuttoilmondo.

«Curvo allo sportello della sua BMW, 49 anni, alto bruno e claudicante, l’uomo sta prendendo dal sedile anteriore il caffè, il vino e le sigarette. Sua figlia rincasa col fidanzato, lo vede, va avanti e apre l’ascensore. Attende, non lo vede, ripercorre i pochi passi dell’atrio, sulla strada qualcuno dice “andiamo oppure non scherziamo”, lei vede la BMW che riparte saltando, per le buche o per imperizia di qualcuno che s’è messo al volante, vede con suo padre due uomini a bordo, forse tre, filano via.»

Così scriveva la giornalista e scrittrice Giuliana Saladino nel libro “Romanzo politico. De Mauro, una cronaca italiana”, cercando di ricostruire con la minuziosa cura dei dettagli che si usa in un diario personale, la vicenda della misteriosa scomparsa del giornalista de “L’Ora” Mauro De Mauro avvenuta il 16 settembre 1970.

Sono le 21.10 quando l’auto del cronista si ferma davanti casa in viale delle Magnolie, a Palermo. Un’auto lo porta via, lui scompare. Una chiamata dal giornale? Un affare urgente? Ogni supposizione crolla con il passare del tempo, nei giorni successivi quando le ricerche non portano ad alcuna risposta. Il giornalista de L'Ora Mauro De Mauro

Dov’è Mauro De Mauro? Può un uomo scomparire così? Pensare alla mano silenziosa della mafia era scontato, a quella scure terrificante che anche negli anni successivi avrebbe ucciso mariti, figli, padri, uomini e donne. È mafia, è mafia, si diceva dopo quel 16 settembre in giro per le strade di Palermo, lo dicono negli autobus e nei salotti, scrive Giuliana Saladino. Lo scrive anche il giornale di Mauro De Mauro che denuncia l’assenza dello Stato.

Nei giorni, mesi e anni successivi, si indaga sul lavoro del cronista, sul suo ruolo in alcune vicende, in particolare in merito alla morte del presidente dell’Eni, Enrico Mattei, e al golpe Borghese intorno a cui Mauro De Mauro faceva troppe domande. A creare un collegamento tra il tentato colpo di Stato in Italia del 1970 e la scomparsa del giornalista, è stato molti anni dopo il pentito Francesco Di Carlo, capomafia di Altofonte. A sentir lui, De Mauro aveva scoperto che Borghese e la mafia si erano alleati per il golpe.

Sicuramente è stato rilevante nelle indagini anche il collegamento con la morte di Enrico Mattei a cui De Mauro si era dedicato, convinto che fosse stato assassinato, prima nel 1962 e poi, proprio nel settembre 1970, per aver ricevuto l’incarico dal regista Francesco Rosi di ricostruire gli ultimi giorni di vita in Sicilia del presidente Mattei, per il suo film “Il caso Mattei”.

Antonino Buttafuoco, Tommaso Buscetta, i boss mafiosi Stefano Bontate, Gaetano Badalamenti e Luciano Liggio, il collaboratore Rosario Naimo e non ultimo Totò Riina, per cui viene chiesto nel 2011 l’ergastolo ma che viene assolto successivamente per “incompletezza della prova” e anni dopo per “non aver commesso il fatto”, sono le tante le pedine di questo gioco macabro che ha impegnato tutta la Sicilia e l’Italia nella disperata ricerca dei colpevoli della sparizione di Mauro De Mauro. Ma ancora oggi tutto è mistero, ogni traccia di novità, di indizi, di speranze ha solo gettato nuovo buio sulla vicenda. Ancora oggi, con tristezza, il libro di Giuliana Saladino, pubblicato per la prima volta nel 1972  e nel 2015 dall’Istituto Poligrafico Europeo resta uno dei “documenti” e delle testimonianze più attuali del caso De Mauro: un testo che parla di supposizioni, di attesa, di ricerca della verità.

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