Città cosmopolita lambita da due mari, porto naturale per i naviganti, transito obbligato per millenni tra Oriente e Occidente e baricentro di interessi culturali ed economici nel mezzo del Mediterraneo, Messina da domani, sabato 17 giugno, avrà finalmente il suo grandeMuseo Interdisciplinare Regionale (MuMe) del quale, dopo una prima parziale consegna il 9 dicembre scorso, saranno aperti al pubblico tutti i restanti settori espositivi che definiscono l’articolato percorso medievale moderno, con opere dall’ XI secolo fino ai primi anni del Novecento. Al termine della cerimonia ufficiale – in programma alle ore 18 e alla presenza del Ministro degli Esteri Angelino Alfano, del Presidente della Regione, Rosario Crocetta, del Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Giovanni Ardizzone, di esponenti del governo regionale, parlamentari nazionali e regionali e delle massime autorità civili e religiose cittadine – dalle ore 20 e fino alle 22.30, le sale del MuMe saranno aperte al pubblico gratuitamente.
Oggi hanno presentato la struttura l’assessore regionale dei Beni Culturali e della Identità siciliana, Carlo Vermiglio, il dirigente generale del Dipartimento BBCC e I.S., Gaetano Pennino, Caterina Di Giacomo, direttore del Polo Regionale di Messina per i Siti Culturali – Museo Interdisciplinare e Gianfranco Anastasio, responsabile dei lavori di completamento della struttura.
Con i capolavori di Caravaggio, Antonello da Messina, Alibrandi, Gagini, Montorsoli – solo per citare i maestri più celebri – Il MuMe, oggi commisurato alla vastità e al prestigio delle sue collezioni civiche e delle centinaia di opere recuperate dalle macerie di chiese e piazze all’indomani del terremoto del 1908, non è solo un contenitore d’arte. Piuttosto un autentico luogo d’identità, uno spazio museale di respiro europeo (come documenta la ricca e articolata collezione cosmopolita) dove la comunità siciliana (che lo attendeva da tempo) e quella internazionale – grazie al percorso museografico che ricuce la narrazione e insieme amplifica, integra e completa l’esposizione allestita dopo il sisma alla Filanda Mellinghoff – potrà “sfogliare” la lunga e straordinaria storia bimillenaria di cui Messina è stata protagonista anche nel campo delle arti.
“Mantenendo fede agli impegni assunti – ha commentato Carlo Vermiglio, Assessore ai Beni Culturali e all’Identità siciliana – abbiamo raggiunto un traguardo importante per Messina grazie alla determinazione e al lavoro sinergico attuato da questo assessorato, dal dipartimento, dalla direzione e dal personale del museo. L’apertura del museo nella sua interezza rappresenta la riappropriazione di un luogo cardine per la storia di questa città, una “patria culturale” che racchiude e racconta l’eredità millenaria di questo territorio, comunicandone i valori, le idee e i tanti protagonisti che, nel passato, hanno fatto di Messina un centro dinamico tra la Sicilia e l’Europa. Oggi restituiamo a tutti i cittadini e ai visitatori un patrimonio troppo a lungo negato e, in una prospettiva futura, il museo deve rientrare in una visione strategica in cui la cultura possa essere il lievito della nostra società, ricucendo e mettendo a sistema il patrimonio artistico e traendo da esso modelli innovativi di sviluppo economico e di crescita sociale”.
Il DG del Dipartimento ai Beni Culturali e all’Identità siciliana, Gaetano Pennino, aggiunge: “E’ una promessa che andava onorata perché dovuta alla città, alla Regione e alla collettività tutta. Siamo orgogliosi di offrire ai visitatori uno dei più bei musei presenti nel Meridione d’Italia che, sono certo, costituirà un’attrattiva di enorme rilievo per tutto il settore culturale, turistico ed economico della Sicilia orientale”.
Il Direttore del Museo Regionale di Messina, Caterina Di Giacomo, sottolinea il valore socio-culturale della struttura: “Ventisette secoli di storia della città, dalla fondazione nell’VIII a. C. alle soglie del XX, quando la catastrofe tellurica sembrò annientarla, sono narrati nel nostro spettacolare Museo. Nessuna intenzione di farne un archivio della memoria; piuttosto un trampolino di lancio di quella “Messinanuova”, simbolo della ottimistica proiezione futurista, celebrata con la mostra di avvio della destinazione della storica Filanda, fino allo scorso dicembre sede della permanente, e deputata alla ospitalità di grandi eventi. In questi spazi, appena definiti, trova posto una amplissima selezione di opere e manufatti espressione del patrimonio di Messina, avamposto europeo sul bacino del Mediterraneo, dalle impareggiabili peculiarità cosmopolite, nel quale si contestualizzano, radicando i propri messaggi nella ricettiva cultura artistica locale, i capolavori di Antonello, Montorsoli, Caravaggio, nostri ambasciatori nel mondo”.
Di una “opportunità per il riposizionamento di Messina nel panorama culturale ed economico mediterraneo ed europeo” parla Gianfranco Anastasio, Responsabile dei lavori di completamento della struttura, sottolineando come la consegna alla fruizione di tutto il nuovo museo sia un momento storico che conclude un percorso trentennale. “Gli interventi tecnici, espositivi e di valorizzazione – prosegue Anastasio – predisposti dagli staff interni al museo che si sono susseguiti con continuità negli anni, si sono sviluppati intorno all’idea di museo come “macchina urbana e sociale”, luogo aperto alle complessità del mondo contemporaneo, laboratorio per una rinnovata consapevolezza storica a partire dalle sue eccezionali collezioni artistiche, patrimonio vivo e strumento potente per costruire opportunità declinate al futuro”. Il MuMe è aperto dal martedì al sabato dalle 9 alle 19 (ultimo ingresso ore 18.30); domenica e festivi 9-13 (ultimo ingresso 12.30). Lunedì chiuso. Biglietti: intero 8 euro, ridotto 4. Ingresso gratuito la prima domenica del mese. La Biblioteca è consultabile dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13.30.
MUSEO INTERDISCIPLINARE REGIONALE DI MESSINA, notizie in breve
Il Museo Interdisciplinare Regionale di Messina si inserisce in un ampio Parco Museale, che per dimensioni e superfici espositive e operative, si configura come uno dei più grandi del Meridione d’Italia. Ospita circa 750 opere (fra la sezione archeologica, il percorso medievale-moderno e le aree esterne) in un arco temporale che va dalla fondazione della città e fino alle soglie del XX secolo e riunisce la storica collezione civica del Museo Peloritano e le centinaia di reperti architettonici e opere d’arte di chiese ed edifici storici distrutti dal terremoto del 1908 e faticosamente strappati alle macerie. Una parte di queste opere – circa 250 – sono state sempre esposte negli spazi della ex Filanda Mellinghoff, opificio ottocentesco risparmiato dal sisma e destinato per decenni a sede “temporanea” del museo dove, con il sistema della “rotazione”, venivano esposti periodicamente vari pezzi della grande collezione. La Filanda, all’interno del Parco Museale, sarà adesso destinata a mostre ed eventi temporanei anche in regime di art sharing con altre realtà museali come accaduto di recente con il Mart di Rovereto (“L’invenzione futurista”, nel 2015; e “Mediterraneo, luoghi e miti”, nel 2016) e con la Fondazione Musei Civici di Torino.
Il MuMe si estende, complessivamente, su oltre 17.000 mq, nell’area dell’ex monastero di S. Salvatore dei Greci, attorno al quale è stato concepito e progettato negli anni Ottanta.
La struttura architettonica iniziata nel 1984 viene consegnata nel 1995, ma non risulta idonea alla tipologia delle collezioni e i fondi insufficienti e discontinui per la definizione dell’allestimento in rapporto alle superfici di oltre 4700 mq. Negli ultimi anni, con la direzione della dott.ssa Caterina Di Giacomo – affiancata dai dirigenti delle Unità Operative afferenti al Polo Regionale, arch. Gianfranco Anastasio, responsabile dei lavori di completamento del Museo, arch. Rosario Vilardo, responsabile della Sicurezza e RUP dei procedimenti relativi agli ultimi interventi e dott.ssa Grazia Musolino responsabile delle Movimentazioni e l’intero organico tecnico e amministrativo- è stato possibile dare un’accelerazione ai programmi finalizzati alla fruizione della struttura – di fatto mai consegnata alla comunità – definendo interventi di adeguamento tecnologico e completamento dei percorsi espositivi grazie a finanziamenti UE e seguenti impegni della Regione. Dopo l’anteprima del dicembre 2016, con la consegna della sezione archeologica e dell’ Ala Nord, per un totale di ca. 2.200 mq di superficie espositiva, vengono adesso consegnati i restanti 2500 mq di allestimenti con opere dal medioevo al Novecento.