Un nuovo progetto per il Castello di Carini: un antico maniero che si apre all’arte contemporanea, a spazi reinventati, ad una nuova narrazione internazionale. Oggi (15 giugno) alla GAM (Galleria d’arte Moderna) di Palermo è stato presentato “MOON”, nuovo progetto che all’interno della fortezza medievale, grazie ad un recente rinnovamento di sei locali che si trovano a pianoterra, proporrà una nuova piattaforma culturale, strettamente legata al territorio ma, nello stesso tempo, aperta ad una dimensione culturale internazionale.
Ne hanno parlato il sindaco di Carini, Giovì Monteleone, l’assessore comunale alla Cultura Salvatore Badalamenti, Giuseppe Buzzotta, ideatore e direttore artistico del progetto “Moon” e i due membri del comitato direttivo, Daniela Bigi, direttore di Arte e Critica, e l’artista Gabriella Ciancimino.
MOON è un centro d’arte internazionale indipendente, ideato da Giuseppe Buzzotta: ovvero luogo di creazione, sede espositiva, spazio aperto, luogo per residenze, workshop e incontri. Nasce come risposta progettuale all’esigenza del Comune di definire un programma di ricerca dentro il contemporaneo capace di tradursi anche in progetto politico, in termini di possibile incidenza nella vita di una comunità attraverso l’arte.
“MOON – spiega Giuseppe Buzzotta, giovane artista palermitano impegnato da tempo nella costruzione di una rete di relazioni europee per artisti – nasce da un’idea sviluppata in un anno, dopo un decennio passato a Carini, alla scoperta del territorio e delle sue potenzialità, ma anche delle criticità e delle aspirazioni”.
“Questo è il nuovo corso di Carini – interviene il sindaco della cittadina, Giovì Monteleone – che sta cercando il suo rilancio sul territorio attraverso la cultura”. Forte di oltre 40 mila visitatori ogni anno, “Il Castello di Carini è il punto nevralgico di questo progetto di apertura al territorio e attenzione per i giovani artisti”, spiega l’assessore Salvatore Badalamenti.
MOON agirà come un vero e proprio centro per l’arte contemporanea, cominciando con l’indagare nuove pratiche per rapportarsi all’arte e alla storia e per riposizionarle al centro di un programma di sviluppo di una comunità, come ama sottolineare l’assessore Salvatore Badalamenti, che ha fortemente voluto la nascita di un progetto di respiro internazionale.
Previsto già un cartellone di mostre, seminari e workshop, costruiti dal comitato direttivo formato da Giuseppe Buzzotta. Daniela Bigi e Gabriella Ciancimino; a loro si unisce il board curatoriale composto dallo storico dell’arte e curatrice Valentina Bruschi e dalla ricercatrice e curatrice Maria Rosa Sossai.
Il castello La Grua Talamanca aprirà ufficialmente le porte all’arte contemporanea il 15 luglio, dando avvio ad una programmazione che intende aprirsi su più livelli:
1. sono previste residenze d’artista con possibilità di produzione. Gli artisti ospiti potranno scegliere o di lavorare all’interno del display mostra, scegliendo di costruire percorsi espositivi in alcuni dei tanti spazi che il Castello offre ai vari piani, oppure di progettare interventi aperti alla cittadinanza, ovvero fondati su ampie modalità di relazione e di condivisione con la comunità cittadina;
2. dimensione espositiva come territorio di ricerca per gli artisti emergenti.
3. omaggi ad artisti storici noti e meno noti;
4. mostre collettive che permettano di indagare questioni condivise da artisti nazionali e internazionali legati da un’appartenenza generazionale;
5. workshop tenuti da artisti, rivolti soprattutto ai giovani;
6. programmi di performance, live set, videoscreening;
7. lectures.
La programmazione inaugurale si articola in tre tipologie di intervento: una mostra/focus dedicata al lavoro dell’artista greca Mary Zigouri, attualmente presente a Documenta14 a Kassel e Atene, conosciuta per le sue performance di grande impatto, che spesso coinvolgono anche il pubblico presente; una residenza con mostra dell’artista romano Gianni Politi, che lavorerà nel piano nobile del Castello; una doppia personale che vedrà confrontarsi gli emergenti Campostabile e Stefania Zocco.
Nei mesi a seguire, a Carini arriveranno anche gli artisti internazionali Ute Mueller e Christoph Meier. Le mostre apriranno i battenti in contemporanea e occuperanno l’estate. Il castello di Carini – che ogni anno tocca i 40 mila visitatori – è aperto ogni giorno, compresi i festivi dalle 10 alle 14 e dalle 16 alle 20. Il biglietto di ingresso (che comprenderà sia la visita del castello che le mostre) varia tra 1,50 euro a 3,50 euro a persona. Ogni sabato sera, ingresso libero ed orario continuato. “Vogliamo che il Castello divenga uno spazio fruibile anche con idee innovative che possano nascere in corsa – dice Daniela Bigi – deve essere aperto ai giovani artisti, una casa da abitare, dove lavorare e produrre”.
Il format cambierà di volta in volta, si procederà quindi, con la libertà, la varietà, le asimmetrie e lo spirito di ricerca del centro indipendente, ma in una cornice, quella del Castello di Carini, che ha tutta la profondità storica e la qualità architettonica di un’istituzione di grande statura, che intende dialogare con le strutture e la comunità artistica internazionale.
L’intento è duplice: da una parte prendere parte al dibattito più attuale interno all’arte contemporanea attraverso la presenza di artisti, critici, curatori e figure di primo piano della scena nazionale e internazionale, dall’altra assumere un ruolo attivo nel programma di crescita culturale del territorio di Carini. Saranno coinvolte le imprese e gli artigiani dell’area, si immaginano collaborazioni, investimenti e nuove forme di sviluppo; è centrale l’idea di un dialogo stretto con le associazioni che lì agiscono da anni, ascoltandone le proposte per immetterle in una prospettiva più ampia di reti internazionali. Nella stessa direzione è in programma la costruzione di percorsi specifici rivolti ai giovani, per sostenerli nel prendere consapevolezza delle loro potenzialità singole e di comunità.
Le residenze d’artista, le mostre, i workshop, le attività performative saranno alcuni dei momenti da sviluppare con la cittadinanza e la scena giovanile, su cui si focalizzeranno i lavori di MOON.
Forte presenza avrà la didattica, nella collaborazione con istituzioni e accademie siciliane e non solo, accogliendo idee e partecipando a progetti indipendenti della scena artistica contemporanea internazionale. Il fine è quello di contribuire attivamente alla definizione di una nuova visione dell’educazione dopo anni in cui questo aspetto centrale della vita dei singoli e delle società ha subito nel nostro paese forti rallentamenti e gravi disaffezioni.
In questo senso MOON condivide con l’Amministrazione l’immagine di una società in cui ogni singolo sappia essere parte critica e riconoscere l’autenticità nelle espressioni artistiche, disponendosi come risorsa al servizio di una comunità che torna a crescere in rapporto alle esperienze dei suoi componenti.
La città di Carini, con la sua storia millenaria, segnata dall’arte, dalle leggende, da risorse naturalistiche e architettoniche, diviene dunque un luogo ideale per alimentare questo dialogo trasversale, etico e politico, a partire dal fare arte e dal progettare insieme intorno all’arte. Il lavoro che si svolgerà a Carini sarà inserito nel più ampio cantiere progettuale che Palermo rappresenterà tra quest’anno e il prossimo. La sede di Moon a Palermo, che garantirà questo legame con la città, le sue istituzioni, i suoi artisti, sarà presso A&D, giovane struttura che si occupa di interior design e che ha da tempo aperto le sue porte alle residenze d’artista.