Sono passati 25 anni da quando la mafia, il 23 maggio del 1992, con un orrendo attentato, oltre 400 chili di tritolo, uccideva nel tratto di autostrada che collega l’aeroporto di Punta Raisi – oggi intitolato a “Falcone e Borsellino” – con Palermo, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.
Anche quest’anno le celebrazioni si sono tenute nell’aula bunker del capoluogo siciliano, dove si è celebrato il primo maxi processo della storia contro la mafia, reso possibile proprio dalle indagini di Giovanni Falcone e dell’amico e collega Paolo Borsellino, morto due mesi dopo, il 19 luglio, nella strage di via D’Amelio insieme ai cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Ad attendere l’arrivo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel piazzale antistante l’aula bunker, ci sono a sinistra centinaia di bambini con bandierine tricolore e cartelloni con “le parole della legalità”, striscioni con scritto “keep calm and follow the law”, mentre sul lato destro ci sono il vicepresidente della Regione siciliana Mariella Lo Bello, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
Il capo dello Stato è poi entrato nell’aula bunker dove tutti i presenti si sono alzati in piedi e hanno applaudito.
“La paura e la sfiducia non hanno avuto la prevalenza. La società civile, a partire da quella siciliana, ha acquisito, da quei giorni, una consapevolezza e una capacità di reazione crescenti; e destinate a consolidarsi nel tempo”, ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Il Maxiprocesso, – ha aggiunto – condotto magistralmente, sulla base delle intuizioni e del lavoro di Giovanni Falcone, ha costituito una svolta radicale nella guerra dello Stato contro Cosa Nostra”.
Il presidente del Senato Pietro Grasso, giunto a Palermo sulla nave della legalità insieme a mille studenti, parla di emozione che si rinnova: “Dopo 25 anni siamo qui per ricordare ancora una volta e continuare la loro opera”, ha detto Grasso. “È veramente bello vedere l’Italia unita a Palermo”.
“La mafia si può sconfiggere ma attenzione perché si trasforma. È per questo che la cultura della legalità è fondamentale”, ha affermato la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli.
Falcone e Borsellino, secondo il presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, con il loro lavoro, “hanno seminato un seme buono”. Ma non bisogna sottovalutare la mafia: quella di oggi, ha detto, è pericolosa quanto quella degli anni Novanta. “Non dobbiamo sottovalutare che continua ad avere il controllo del territorio, che continua a trafficare con la droga e soprattutto che continua a fare affari e che sta inquinando con i soldi procurati con le attività illegali l’economia legale del nostro Paese. Insieme a noi dovrebbero imparare a non sottovalutarla anche i paesi europei”, ha affermato Rosy Bindi.
Per il ministro dell’Interno, Marco Minniti, “Matteo Messina Denaro? Nessuno è imprendibile, quando succederà sarà un bellissimo giorno per la democrazia”.