A Palermo, presso il centro culturale Biotos, è stato presentato il romanzo “Un sogno ad occhi aperti” di Pippo Carollo, casa editrice Mohicani. A relazionare sul romanzo, l’avvocato Lino Buscemi, giornalista e docente all’università di Palermo e la giornalista e scrittrice, Francesca Currieri, autrice della prefazione e presidente dell’associazione culturale “La biglia verde”. L’evento è stato moderato dalla giornalista Ambra Drago che, con chiarezza e linearità, ha introdotto la presentazione. Una platea attenta ha applaudito lo scrittore, che non ha nascosto, durante la presentazione, la sua emozione. Presente anche l’editore Pietro Scaglione.
La centralità del romanzo, è il sogno ad occhi aperti, che porta alla luce un amore proibito, maturato durante la fase dell’adolescenza, che sfida la realtà, rievocando emozioni e sentimenti. “Secondo la psicanalisi”, scrive Francesca Currieri nella prefazione, “dietro l’innamoramento, si nascondono dinamiche inconsce, bisogni affettivi insoddisfatti e aspettative deluse. Il protagonista Peppino, butta la maschera e scivola fuori dalla sua realtà, scava nei ricordi, rivive il passato, attraverso un incontro improvviso e causale, vi si specchia dentro e le ferite cominciano a riaffiorare”.
Il contenuto del romanzo, che amalgama fantasia e realtà, porta alla ribalta, contraddizioni, rimorsi, paure, non lasciando però sottotraccia, la voglia di evadere dalla realtà e vivere una vita dissimile e magica.
Preciso e puntuale l’intervento del relatore Lino Buscemi, il quale, oltre a complimentarsi con l’autore, per l’interesse letterario dell’opera, nonché per il linguaggio semplice e scorrevole del contenuto, si è soffermato sull’amore proibito, oggetto del sogno ad occhi aperti, sull’ambiente naturale, dove il sogno stesso matura e sulla complicità che intercorre tra il protagonista e il cagnolino, a riprova dell’amore che l’autore nutre, nei confronti degli animali a quattro zampe.
Francesca Currieri, ha basato il suo intervento iniziale, sulla conoscenza personale dell’autore e sul rapporto quotidiano che, la lega allo stesso. Nell’intervento della relatrice, non è mancato il riferimento alla grande sensibilità, correttezza, semplicità e disponibilità che, contraddistingue lo scrittore, facendo emergere, nel prosieguo della sua relazione, le motivazioni che hanno spinto l’autore a scrivere il romanzo e a dare allo stesso, il titolo “Un sogno ad occhi aperti”.
“Il romanzo, che prende spunto da una poesia, è quasi tutto, frutto di fantasia, anche se non mancano alcuni riferimenti reali”, dichiara con voce un po’ tremante, per la commozione, l’autore. Parlando di realtà oggettiva, Pippo Carollo, fa riferimento al suo barboncino e al contesto ambientale del sogno ad occhi aperti che, anche se non riportato nel contenuto, si intuisce trattasi di Mondello: “ed io nativo di Sferracavallo”, afferma l’autore, “dove la spiaggia non c’è, me ne vergogno un poco”. Alla domanda sul perché, decide di dare due finali al romanzo, lo scrittore risponde: ”lascio al lettore la facoltà di scegliere tra un finale e l’altro e nello specifico, il finale dove trionfa la morte e l’altro dove trionfa la felicità e la vita.”
Auguriamo a Pippo Carollo, anche collaboratore del GCPress, di non smettere di sognare e continuare il suo percorso, con la consapevolezza, di un fattivo arricchimento, del patrimonio culturale del nostro territorio.
F.C.