In occasione della giornata mondiale dell’amore, riportiamo una storia struggente di amore e coraggio. A raccontarcela il nostro amico Angelo Sicilia, fondatore e direttore artistico del Museo dei Pupi Antimafia, che ha incontrato personalmente il protagonista di questa storia e, tra commozione e ammirazione, ce l’ha raccontata; una storia che ha come sfondo la Seconda Guerra Mondiale, un’epoca oggi lontana come la trama di un film, ma che è stata vissuta da una generazione che ancora sopravvive, conservando negli occhi l’orrore della guerra e la forza degli ideali e dei sentimenti.
La mia storia di San Valentino.
Lui si chiamava Michele Zabbia ed era di Corleone. Nell’autunno del 1943 aveva deciso che non avrebbe mai più combattuto per l’esercito dell’Italia fascista dopo anni di dolori e sacrifici sul fronte greco-albanese. Lei si chiamava Ada Carle ed era di Cairo Montenotte, Savona, zona di partigiani. La sua era una famiglia di fieri antifascisti. Suo fratello era uno dei capi della brigata partigiana della zona e lei stessa una staffetta. Un giorno… Michele, che era stato tradotto nel savonese, fuggì da quello che non era mai stato il suo esercito e, inseguito dai repubblichini e dalle SS, bussò alla prima abitazione di quel paese sconosciuto dell’alta Liguria. Era allo stremo. Aprì la porta Ada che, da esperta conoscitrice di retate e incursioni naziste, lo nascose immediatamente nel forno di casa. Passarono le belve naziste, non trovarono nulla e andarono via furenti minacciando vendette. Ada fu chiamata al comando delle SS di Savona a riconoscere i resti del fratello da un cassetto aperto in cui erano depositati occhi umani estratti ai prigionieri durante le torture… Poi si scopri che il fratello combatteva regolarmente sulle montagne. Michele fu grato a questa minuscola donna e gli volle restare accanto. Finalmente aveva trovato una ragione per vivere dopo anni di dolore. Andò in montagna anch’egli a combattere contro i nazifascisti nella famosa brigata partigiana “Panevino” dal nome del comandante trucidato dalle SS. Il suo nome di battaglia era Paciacca che in dialetto ligure significa “parla poco”. La guerra fortunatamente finì e i due decisero di sposarsi e di andare in Sicilia emigrando “al contrario”.. Ada e Michele sono stati assieme più di 60 anni a Palermo. Lei, la coraggiosa staffetta, è morta da qualche anno. Paciacca, classe 1920, è morto ieri a Palermo (13 febbraio 2017 – ndr). Io ho avuto la fortuna di scrivere la loro storia. Questa grande storia d’amore è dedicata all’amore vero e infinito.
Questa ed altre storie nel libro di Angelo Sicilia “Testimonianze partigiane. I siciliani nella lotta di liberazione” edito da Navarra Editore.