“Sleeping Beauty” è il terzo lavoro discografico di Persian Pelican: album solare ed evocativo, composto da tredici canzoni “che danzano nella realtà per insegnare alla ragione il linguaggio dei sogni”. Rispetto ai lavori precedenti, l’alt-folk del songwriter marchigiano Andrea Pulcini si differenzia questa volta per atmosfere più luminose ed elettriche che spesso dilatano la forma canzone con loop di chitarre (“White Noise”, “Valentine”) e piccole scie psichedeliche ben supportate dalle ritmiche di Marcello Piccinini (Beatrice Antolini). Non mancano le aperture melodiche (“The Forest”, “Somber times”) e gli episodi più acustici. In uno di questi (“Orphan”) fa capolino l’inconfondibile voce del raffinato folksinger americano Tom Brosseau.
“Leitmotiv dell’album è il sogno lucido, strumento prezioso per affrontare quotidiane paure, inibizioni o perdite dolorose. Un invito a risvegliare la ‘bella addormentata’ che riposa in ognuno di noi per stimolare la creatività, dimenticare gli egoismi ed abbandonarsi a un’armonica ‘danza della realtà’ di jodorowskiana memoria”, racconta l’artista, che nell’album è accompagnato da Marcello Piccinini (batteria e percussioni), Daniele Gennaretti (basso, chitarre, coro), Paola Mirabella (cori, batteria).
La produzione artistica di “Sleeping Beauty” è stata curata dallo stesso Persian Pelican, con la collaborazione di Paola Mirabella (Honeybird & the birdies, Vincent Butter) e Daniele Gennaretti (Bud Spencer Blues Explosion, Vadoinmessico, Western Noise Orchestra, Giovanni Truppi) che inoltre ha curato personalmente la registrazione ed il missaggio di tutti i brani.
Persian Pelican è un progetto di musica folk manipolata geneticamente in cui Andrea Pulcini miscela songwriting americano, indigestioni di cinema iraniano e melodrammi di Douglas Sirk, racconti di carattere onirico e di piccole depravazioni quotidiane. Il primo album “These cats wear skirts to expiate original sin”, esce nel settembre 2008 e raccoglie subito i favori della critica che lo definisce come ‘intimista e sorprendente, capace di trasportare l’ascoltatore in un trascinante spleen da cui è difficile liberarsi’. Nel 2010 si trasferisce per due anni a Barcellona dove nascono i brani del secondo disco “How to prevent a cold” (dicembre 2012). Al suo interno, dodici paesaggi sonori appena venati di elettricità, che abbracciano la forma canzone e la melodia pur frequentandone i sentieri meno battuti.
Tornato a Roma inizia un’intensa attività live che lo porta a dividere il palco con Paolo Benvegnù, Rover, Father Murphy, A Classic Education. King of the Opera, C+C=Maxigross, The Burning Hell, Dawn Landes, Sylvie Lewis, Honeybird & the birdies e far parte del Liverpool Sound City Festival.