Domani, venerdì 13 gennaio, esce in digital dowloand e nei negozi tradizionali “Wollow” (800A Records/Audioglobe/Believe Digital), l’album d’esordio del cantautore italo-inglese Sergio Beercock.
Nato a Kingston upon Hull in Inghilterra da madre siciliana e padre inglese, Beercock disegna “Wollow” come un vero e proprio viaggio tra i luoghi, i suoni e i colori che più lo hanno influenzato: i borghi dello Yorkshire in cui è nato, i casolari rurali della Sicilia in cui è cresciuto, il riverbero delle Ande sudamericane che ha scoperto da adolescente, e i sobborghi urbani delle grandi città e le loro innumerevoli storie invisibili.
Tim Buckley, Nina Simone, Pedro Aznar e Bert Jansch sono i primi riferimenti a cui si pensa ascoltando questo disco, nel quale gemme folk minimali come Reason, Pennies o Battle For Attention (il cui videoclip, realizzato da Fabio Leone, Antonella Barbera e lo stesso Sergio Beercock anticiperà l’uscita del disco), convivono con episodi più direttamente collegati alla tradizione inglese come The Barley And The Rye o Century, passando per le atmosfere nordiche di Naked e Beauty Of The Dirt e quelle più sudamericane di An Exaggerated Song, Jester e Silencio. Tutto questo è mescolato in un sogno in cui la voce a volte narra, a volte crea, a volte si comporta da strumento musicale per accompagnare l’ascoltatore verso un racconto intimo che in più di un’occasione all’interno del disco vira sorprendentemente verso la psichedelia.
L’album (questa la tracklist: Reason; An Exaggerated song; Naked; Lighthouse; Battle for Attention; Century; Pennies; Beauty of Dirt; The Barley and the Rye; Jester; Silencio), che sarà presentato il 19 gennaio a La Feltrinelli di Palermo e il 24 gennaio a La Feltrinelli di Catania, è stato anticipato dal videoclip del brano “Battle for Attention”, montato da Antonella Barbera e girato da Fabio Leone, nelle grotte di Janniscuru, a Enna: “L’idea del videoclip di “Battle For Attention” è nata per gioco nel 2012 – racconta Beercock – quando il regista ha digitalizzato, dopo averle raccolte da varie parti del mondo, una grande quantità di pellicole super-8 che persone sconosciute davano via: pellicole contenenti riprese di eventi familiari, giochi di bambini, piccole rappresentazioni teatrali amatoriali, persino i primi piani dei ragazzi di un orfanotrofio argentino”.