sabato, 21 Dicembre 2024
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Scuola – Concorso docenti 2016, il Miur si arrende al volere dei tribunali

 Concorso docenti 2016, il Miur si arrende al volere dei tribunali: ad aprile le prove suppletive, si concluderanno entro giugno

Aveva ragione il sindacato a ricorrere contro l’illegittima esclusione di una lunga serie di tipologie di aspiranti insegnanti: potranno accedere alla coda di verifiche i lavoratori già di ruolo, gli insegnanti tecnico pratici, i diplomati magistrale ad indirizzo linguistico, i dottori di ricerca il cui titolo è stato considerato abilitante, i diplomati Isef, gli educatori, i docenti che hanno ottenuto l’abilitazione disciplinare o la specializzazione su sostegno dopo la scadenza per la presentazione della domanda, oltre che i docenti che hanno ottenuto il riconoscimento dell’abilitazione conseguita all’estero dopo la scadenza per la presentazione della domanda di accesso al concorso. Dopo il via libera del Consiglio di Stato, a svolgere le verifiche di competenze ulteriori saranno anche i ricorrenti che hanno concluso i percorsi formativi Afam e Pas.

Entro il 20 gennaio, gli Uffici Scolastici Regionali pubblicheranno gli elenchi dei ricorrenti già censiti ed ammessi. Alla fine del mese di febbraio sarà completato il collaudo delle aule disponibili per lo svolgimento delle prove. Nella seconda settimana del mese di marzo sarà pubblicato l’abbinamento candidati–aule distribuiti in ordine alfabetico. Ciò sarà fatto in seguito alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del calendario nazionale delle prove: la prova scritta è comunque prevista per il mese di aprile 2017 e, a inizio estate, sono previste le graduatorie di merito definitive.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ancora una volta l’azione dell’Anief ha prodotto pregevoli risultati, riparando in questo modo alle numerose ingiustizie che il Miur ha posto in essere con l’emanazione dei bandi del concorso 2016 proprio a discapito di molti lavoratori precari della scuola, spesso con diversi anni di esperienza di insegnamento alle spalle ma incredibilmente esclusi dalla prova concorsuale che avrebbe potuto dare loro la possibilità di accedere all’immissione in ruolo: ponendo fine, in questo modo, al lungo periodo di precariato cui sono stati costretti.

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