Una documentazione fotografica inedita per illustrare alla collettività “le condizioni preoccupanti in cui versa la casa circondariale di Caltagirone, sia sotto l’aspetto strutturale che sotto il profilo della carenza dell’organico”.
Queste le considerazioni espresse da Armando Algozzino, segretario nazionale della Uil Polizia Penitenziaria che, in una nota trasmessa, tra gli altri, al provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Gianfranco De Gesu, sottolinea “lo stato che caratterizza l’istituto in provincia di Catania, a partire dagli uffici del personale ubicati nelle sezioni detentive, dove regnano umidità e muffa”.
“Malgrado si tratti di una costruzione recente, risalente al 2002 – afferma il segretario – il fabbricato appare già deteriorato: nessun intervento di manutenzione è stato effettuato negli ultimi anni, ad eccezione dell’impianto fognario”.
A realizzare gli scatti fotografici è stata una delegazione della UILPA Polizia Penitenziaria, capeggiata dal segretario nazionale e composta dal responsabile del Gruppo Aziendale Unitario Sebastiano Bongarrà e dal vice Giuseppe Chiarandà, accompagnati tra i locali dell’edificio dal direttore Giuseppe Russo e dal sovrintendente capo Giuseppe Alario.
Le criticità del fabbricato riguardano soprattutto il block house, privo di riparo dagli agenti atmosferici e di un bagno e la porta carraia non dotata di sistemi di aerazione e aspirazione : si evince come il personale sperimenti disagi sia per il semplice espletamento di bisogni fisiologici, sia perché costretto a convivere con i gas di scarico.
Anche il campo sportivo riservato al personale, ubicato all’ingresso, è in condizioni di degrado e di abbandono: un “biglietto da visita” di certo non rassicurante, tra sterpaglie e incuria. Non è tutto.
Da tempo impegnata ad effettuare visite presso le carceri isolane per verificarne le condizioni di sicurezza, sia per il personale che vi opera che per la popolazione detenuta, la UILPA Polizia Penitenziaria sottolinea la carenza di organico presso gli istituti e l’età media molto elevata dei poliziotti penitenziari: 51/52 anni presso la casa circondariale di Caltagirone, e non è certo un caso isolato.
“La carenza di organico – spiega Algozzino – è allarmante, anche in considerazione dell’aumento della popolazione detenuta: 338 soggetti, 228 italiani e 110 stranieri”.
“L’organico previsto a Caltagirone – continua – è stato ridotto da 158 a 137 in due anni, ma in realtà sono presenti 78 agenti e sono del tutto insufficienti rispetto alle esigenze operative, così come è esiguo il numero delle unità, 15 in tutto, impiegate presso il Nucleo Traduzioni e Piantonamenti: quest’ultimo dispone di appena 5 mezzi attivi, sebbene in pessimo stato, rispetto ai 25 in dotazione, poiché i restanti sono fuori servizio”.