Palermo 22.07.2016 – Fabrizio Ferrandelli gioca d’anticipo e punta sul tempo, candidandosi oggi a Palazzo delle Aquile come Sindaco di Palermo. Tempus fugit per un “candidato politico dalla parte e a servizio di tutti i palermitani”, così si è definito il leader del movimenti dei “Coraggiosi” all’incontro con cittadini e giornalisti. Dunque un Ferrandelli pronto a rimboccarsi le maniche per i nove mesi, che precederanno le elezioni amministrative 2017 e che, citando Manfredi Borsellino e Don Pino Puglisi, preannuncia un programma, incentrato sul carattere etico e morale della politica. Territorio, servizi e bisogni di una Palermo metropolitana, che attualmente porta l’impronta di Orlando, tematiche che, sebbene risapute e centrali, per il giovane candidato sono ancora di difficile soluzione. Una percorso, quello dei “coraggiosi”, che sembra procedere senza cambiamenti di rotta e tirare dritto in maniera autonoma: una candidatura indipendente da qualsiasi partito, che non teme i grillini della città.
«Vogliamo lasciarci alle spalle cinquant’anni di politica e costruire i prossimi cinquanta di Palermo, impegnandoci con una grande campagna di ascolto di tutti i cittadini, quartiere per quartiere e borgata per borgata. – ha dichiarato Fabrizio Ferrandelli – Dobbiamo risollevare e riprendere insieme le sorti di questa città. Ritengo che nove mesi siano un tempo sufficientemente breve per realizzare i nostri obiettivi: sono quaranta le settimane durante le quali ci avvicineremo al territorio ed è il tempo giusto e necessario per costruire un programma condiviso, sul quale chiederemo la fiducia ad ogni singolo palermitano».
Una sala delle lapidi gremita per l’ex deputato, che ha insistito sulla necessità di cambiamento condiviso e partecipato. «Una partita da fare e da vincere assieme» – ha più volte ribadito. Nel corso dell’incontro, inoltre, è stato presentato il manifesto ufficiale: sullo sfondo i sindaci palermitani degli ultimi 50 anni, al centro campeggia il leader del movimento dei “Coraggiosi”, con lo slogan “Ora ci Provo Io!”, con tanto di punto esclamativo.
