Un pomeriggio che ha mantenuto tutte le promesse, quello che si è celebrato al Caffè del Teatro Massimo, location ospitante “Le Quattro Stagioni: Un tè con Vivaldi”, progetto promosso dalla TRIpleD Fashion Event per unire il rito del tè, considerato sacro e irrinunciabile, al fascino della moda e dei gioielli.
Un percorso, che ha avuto inizio proprio in questo suggestivo spazio e che proseguirà, una volta al mese, sino alla piena estate, nei salotti più belli e aristocratici della città.
A promuovere l’evento, lo dicevamo prima, tre energiche giovani donne fermamente convinte che l’arte possa “scuotere la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni”. Sono, nello specifico, Tiziana Di Pasquale, Dalila Napoli e Rosa Fortunato, ognuna carica di voglia di rendere un evento del genere quanto più speciale possibile.
«Vogliamo ringraziare tutti – ha affermato Tiziana Di Pasquale, le cui creazioni Dartdesign catturano la forza della nostra terra, essendo realizzate in fibra di fico d’india – perché, grazie a una bella sinergia, si è realizzato quasi un sogno. Siamo riuscite a fare di un momento speciale come il rito del tè, abitudine nata in un ambiente aristocratico nel 19° secolo ma che, per fortuna, gli inglesi hanno riscoperto e riportato in auge, un’occasione per parlare di moda e di gioielli come non si era mai fatto prima. Grazie al Caffè del Teatro Massimo che ha creduto nel progetto, decidendo di ospitare la prima tappa».
Attraverso la TRIpleD, quindi, è stato possibile riassaporare il tepore dei vapori del tè, partendo in un pomeriggio d’inizio Primavera, per allietare non solo il palato, ma anche l’udito e la vista.
«Un giorno che ricorderemo – ha aggiunto Dalila Napoli, dall’inizio alla fine dolce e attenta coordinatrice delle modelle, essendo lei stessa tra le professioniste che hanno sfilato, mettendo da parte per una sera la laurea in medicina e il sempre vivo desiderio di svolgere il suo vero lavoro di ispettore sanitario – perché siamo riuscite a regalare a tutti i presenti un’occasione speciale, sicuramente d’altri tempi, visto il luogo che ci ha ospitati, ma piena di glamour e di voglia di innovazione. Grazie, quindi, a chi ha voluto condividere con noi passione e arte, accogliendo questa sfida sempre col sorriso in bocca, come hanno fatto le modelle, ma anche a tutti coloro che hanno creduto in noi».
Aria d’altri tempi, si diceva, quella che si è respirata al Caffè del Teatro Massimo, con i tocchi di colore e i motivi floreali di Rosa Fortunato Hautecouture, che hanno fatto desiderare di liberarsi della pesantezza degli abiti invernali per indossare uno dei suoi modelli, dal primo all’ultimo freschi e pieni di gioia.
«E’ già arrivata la Primavera – ha commentato la Fortunato – quindi non potevo non abbondare in pennellate di verde, blu, rosso e arancione in tutte le possibili sfumature. L’evento che si è celebrato in questo spazio ci ha fatto venire voglia di scoprirci, sognando insieme alle creazioni Dartdesign che hanno impreziosito i miei abiti. Sarà bello ritrovarsi negli altri appuntamenti».
Moda e gioielli a parte, va comunque detto che ““Le Quattro Stagioni: Un tè con Vivaldi”, oltre a fare modo alle creatrici dei modelli di presentare le loro opere, ha introdotto una novità visto che, insieme alle 5 modelle professioniste (Flavia Maria Elena Cutrona, Francesca Fontana, Antonella Leone, Dalila Napoli e Sharon Lucia Segreto), c’erano le cosiddette followers, donne “comuni” le cui professioni, nella vita di tutti i giorni, sono molto lontane da questo mondo. Per caso sono entrate in contatto con Tiziana Di Pasquale, cominciando a seguirla sul web perché innamoratesi sin da subito delle sue creazioni.
In questa suggestiva location hanno percorso il “red carpet” non senza nascondere una certa emozione che, però, non è giunta assolutamente al pubblico in sala. Solo loro sentivano tremare le ginocchia ma, al pari delle professioniste, sono riuscite con grazia e determinazione a scendere le scale del Caffè del Teatro Massimo, sfilando tra i tavoli imbanditi di tè e pasticcini. Grandi e meritati applausi, dunque, a: Alessandra Affatigato, Alessandra Apuzzo, Lavinia Celano, Lina Di Paola, Alessandra Di Maria, Tiziana Furnari, Patrizia Gattuso, Liliana Lucido, Daniela Milazzo, Daniela Natale, Giusy Piegari, Caterina Tarantino e Mariangela Tortorici.
Non è mancato neanche un omaggio al “fumo lento” con le pipe di Ludovico Castiglione, la cui passione per questi oggetti si è trasformata ben presto in lavoro. L’amore per il legno e la sua manualità gli hanno, infatti, permesso di dar vita a pipe in radica di erica arborea di tutte le forme e colori, dalle più classiche alle più elaborate. Pipe che hanno sfilato anch’esse, indossate prima dall’unico modello maschile della serata, subito dopo dalle stesse modelle.
Ad arricchire il programma il reading di Alice Pantaleone che, tra un’uscita e un’altra, ha intrattenuto i presenti con la lettura di alcuni brani di Goethe e di Tiziano Terzani. Al violino di Mariano Renzi e alla voce del baritono Giuseppe Cellula, invece, l’arduo compito di armonizzarsi con il contesto, scandendo in maniera soave il trascorrere del tempo.
Come dicevano all’inizio, questa è la prima tappa di un progetto che si compone di quattro appuntamenti – il primo dei quali, appunto, al Caffè del Teatro Massimo – più uno finale aperto a tutta la città, per dare modo a quanta più gente possibile di partecipare, essendo questi primi luoghi più piccoli e, quindi, con minore capacità di accoglienza in sala.
«E’ stata una scelta, la nostra, di organizzare in spazi più raccolti – ha spiegato in conclusione la Di Pasquale – proprio per vivere in pieno l’atmosfera di una volta. Da settembre, invece, proporremo “I momenti della giornata”, dove racconteremo la moda e gli innumerevoli modi di interpretarla dall’alba al tramonto, con creazioni semplici ma anche più sofisticate. L’idea è di creare un circuito di luoghi e persone con cui interagire per cominciare a parlare di moda e di glamour in maniera differente, a tutti ma anche solo a chi capisce quanta bellezza ci possa essere attorno a noi. Quella bellezza ispirata dalla nostra stessa città e con la quale possiamo cominciare a interagire attraverso altri linguaggi».