domenica, 22 Dicembre 2024
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Concluso con il video “Liberi Tutti” il progetto contro le dipendenze promosso da “Libertas”

Una mattinata piena di energia, all’ I.C.S. “Karol Wojtyla” di Palermo, dove si è concluso il progetto di prevenzione dell’uso di alcool, di fumo e di tutte le nuove dipendenze patologiche ancora poco conosciute, dal titolo “Liberi tutti”, promosso dall’associazione “LIBERTAS” e finanziato dall’assessorato della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro della Regione Siciliana.

Un intervento che ha visto un’equipe multidisciplinare – composta dalla psicoterapeuta Gisa Maniscalco, la counselor Aurelia Granà, la pedagogista Marinù Cimino, la psicologa Silvia Mendico e la giornalista Gilda Sciortino – operare in sinergia con l’istituto scolastico per oltre un anno, al fine di fare emergere le eventuali problematiche dei ragazzi rispetto al tipo di dipendenze di cui sono a conoscenza e che sono presenti in un quartiere difficile come il Montepellegrino, all’interno del quale insiste la scuola.

A riunire tante domande, cercando al contempo di trovare risposte, è stato il video – realizzato tecnicamente da Antonio e Federico Delpopolo Carciopolo – che prende il nome dallo stesso progetto e racconta, per bocca degli stessi alunni, le tante problematiche in relazione alle  dipendenze di cui sono a conoscenza – sigarette, alcool, droghe, anche se in modo particolare si parla di uso e abuso di telefoni cellulari -, insieme a quello che loro stessi sognano per il loro quartiere e per il proprio futuro.

«Mi rendo conto che, tra le tante problematiche affrontate – ha affermato il dott.re Antonio Mazzaglia, presidente della LIBERTAS SICILIA –, emerge con prepotenza quella relativa ai telefonini che fa aprire un mondo con il quale hanno sicuramente più confidenza i giovani. E’ la Rete, con la quale dobbiamo fare tutti i conti, però trattandola con cautela. Siamo felici della collaborazione instaurata con la scuola. Auspichiamo, però, che progetti come questi possano aumentare, magari grazie ai finanziamenti che mette a disposizione la Comunità Europea».

Un intervento che, nonostante tante difficoltà, è riuscito ad arrivare in porto, dando modo a tutti i partecipanti di rivedersi nel video prodotto.

«Proprio grazie a questo lavoro – ha detto il preside, il prof.re Giuseppe Drago, rivolgendosi direttamente ai suoi alunni – mi sono reso conto dell’importanza che ha avuto per tutti questo progetto.  Capisco che, a voi ragazzi, piacerebbe fare scuola senza gli apparati della stessa, come le lavagne, le penne, i quaderni e i libri.  Purtroppo, però, non è possibile. Le operatrici che sono intervenute sono state molto brave a tirare fuori quello che pensate, per poi rimandarvi messaggi che possono sembrare vani ma, quando si parla di tossicodipendenze, di rischi per la salute e la mente, è importante capire che al momento opportuno, trovandosi davanti al bivio di una scelta che inizialmente può sembrare coraggiosa perché trasgressiva, ecco che magari ci si ricorda di quanto sentito tempo prima. E’ proprio allora che ci si deve soffermare a riflettere, prendendo delle decisioni in maniera del tutto personale. Ben vengano questi progetti per diventare, dopo la giusta sedimentazione, preziosissimi. Pur essendo una scuola a rischio, ma forse proprio perché è una scuola a rischio, ogni obiettivo da raggiungere è desiderato».

Suggerimenti, messaggi, sollecitazioni che giungono da più parti e che chiedono ascolto a 360 gradi.

«E’ questa l’apertura che mi piace vedere – ha aggiunto il presidente nazionale della LIBERTAS, il prof.re Luigi Musacchia –, infatti voglio ringraziare la scuola perché questo progetto si è realizzato grazie alla sua disponibilità. A voi ragazzi, però, chiedo di riflettere sul fatto che avete una scuola intitolata a un Papa come Karol Wojtyla, per il quale i giovani di ogni razza e religione hanno sempre avuto grande importanza, portando avanti la storia. Lui stesso ne ha incontrati tanti, divertendosi con loro anche a ballare. Lui ha guardato sempre avanti. Non si può fermare il momento dell’acquisizione di nuovi aspetti del conoscere e del sapere. Occorrono, però, le opere oltre alle idee e i grandi mezzi di comunicazione consentono di fare grandi conoscenze, dando la possibilità di relazionarsi con milioni e milioni di persone. Dobbiamo, però, evitare che tutto questo diventi un fatto disumano. Il concetto espresso dal progetto è quello di puntare a restare “umani” ma, per farlo, bisogna non dipendere dalle cose, dalle tecnologie, da altri uomini».

Non dipendere, dunque, ma guardare da altre prospettive per cambiare veramente le cose.

«Ci vuole la chiarezza di un pensiero che parta dall’alto e raggiunga i ragazzi. Purtroppo – ha sottolineato in conclusione la psicoterapeuta dell’equipe, la dott.ssa Gisa Maniscalco – la buona volontà si perde per strada perché non è sostenuta da un pensiero che è quello di governo di questa istituzione. Questo mi dispiace perché, se fossi giovane, perderei i miei sogni; ora che sono grande, è come se non potessi sostenere i sogni dei piccoli».

Riflessioni e congratulazioni a parte, a fare da padrone sono state senza ombra di dubbio le urla di allegria dei tanti ragazzi che hanno riempito il salone del teatro della “Karol Wojtyla”, curiosi di rivedersi nel video e commentarsi tra risolini e sussulti di stupore. Non sono neanche mancate le targhe finali, a sancire la conclusione di un percorso che, alla lunga, vedrà germogliare quei tanti piccoli semi piantati insieme a queste giovani vite che, se lasciate libere di esprimere il meraviglioso mondo interiore che appartiene loro, potranno crescere insieme a tutti i loro desideri e sogni, diventando querce, alberi secolari che nessuno potrà scalfire o abbattere.

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