Palermo 14.03.2016 – Joe Petrosino, poliziotto italo americano dei primi del novecento, è uno di quei personaggi diventati famosi per gesti eroici interrotti da mano violenta, che nell’immaginario collettivo non smetterà mai di avere un ruolo importante, da protagonista. E’ questo il destino di chi, oltre a mostrare coraggio e determinazione nella propria vita, riesce anche a lasciare una traccia indelebile, grazie alla creatività e alla dedizione.
“Aveva inventato un sistema tanto semplice quanto efficace, siamo intorno al 1903, per disinnescare le bombe che la malavita americana usava per intimorire i commercianti che non pagavano il pizzo. Tanto che ancora oggi gli artificieri di New York si chiamano così come lui li aveva denominati: Bomb Squad”. Così ha testimoniato commosso Nino Melito Petrosino pronipote di Joe Petrosino, all’interno della Sala delle Lapidi durante la presentazione del libro dello scrittore palermitano Fabio Ceraulo “Il tredicesimo giorno” pubblicato da Mileto Edizioni.
Il libro nasce dal desiderio dell’autore di cimentarsi in un romanzo, di contribuire all’affermazione della verità e possa dare un nome ai mandanti e agli esecutori che portarono alla prematura morte di Joe Petrosino.
Tre spari in rapida successione nel buio di una giornata uggiosa, seguiti da un quarto sparo, che furono uditi da un immaginario giovane cameriere che lavorava all’interno del bar ristorante a Piazza Marina, il luogo dell’agguato. Questa è la trama – verità del romanzo di Fabio Ceraulo, che attraverso il punto di vista del giovane personaggio ripercorre gli eventi, anche in chiave psicologica per via delle conseguenze che l’episodio ebbe nella sua vita e che vengono svelate attraverso la lettura del libro insieme alla descrizione di uno spaccato della Palermo dei primi del Novecento, tra degrado e fermenti politici.
Alla presentazione hanno partecipato il pronipote di Joe Petrosino Nino Melito Petrosino, il consigliere comunale di Palermo Paolo Caracausi, la scrittrice Teresa Gammauta e naturalmente l’autore Fabio Ceraulo. Particolare emozione ha percorso tutta l’aula del Consiglio Comunale quando ha fatto il suo ingresso Vincenzo Agostino padre di Nino assassinato dalla mafia nel 1989 insieme alla moglie Ida Castellucci incinta di cinque mesi.
L’abbraccio tra il pronipote di Joe Petrosino e di Vincenzo Agostino ha sancito una sorta di filo conduttore lungo un percorso di oltre un secolo, costellato da troppe uccisioni e dal sacrificio di tante vite umane all’altare della legalità e della lotta alla criminalità organizzata. Argomento che è stato sottolineato dal consigliere comunale Paolo Caracausi, quando ha descritto l’attuale giunta di Palermo “che sta cercando di uscire con tanta fatica da questa situazione che riguarda tutta la Sicilia”.