Palermo 12.03.2016 – Palazzo Nuccio è uno dei tanti palazzi nobiliari che costellano il centro storico di Palermo che, grazie all’interesse dei proprietari, è stato restaurato tanto da rappresentare oggi un centro di aggregazione culturale per mostre ed eventi. Siamo in via Paternostro nel cuore di questo vasto centro storico oggetto di tanta attenzione negli ultimi tempi.
In questo suggestivo contesto e più precisamente all’interno della sala “Leonardo da Vinci”, è stato presentata l’11 marzo, la raccolta di poesie “Il Fabbricante di Parole” di Biagio Balistreri, poeta e scrittore nato a Roma, che ha girato l’Italia tanto da potere essere definito apolide, nella migliore accezione positiva del termine. Ovvero un uomo, un poeta ed uno scrittore che è libero dalla costrizione, che una eccessiva identificazione culturale geografica e filosofica esercita, potendo pertanto esprimersi al meglio.
L’incontro è stato moderato dallo storico palermitano Emanuele Drago e da Alfredo Santangelo, le poesie sono state lette dall’attore Giuseppe Santostefano. Erano presenti: Francesco Anello presidente dell’associazione culturale Palermo Art Cultura; Nicola Romano poeta e curatore della prefazione del libro presentato; la sociologa Angelica Camassa; Luigi Scarpello presidente dell’associazione Salviamo il Cuore di Palermo e tante persone interessate alla poesia ed in particolare a quella di Biagio Balistreri.
Lo storico Emanule Drago: “E’ evidente che in questa raccolta c’é una sorta di rivisitazione delle raccolte precedenti dell’autore, tracciando, così, un percorso completo che parte da lontano e arriva all’essere poeta Biagio Balistreri, oggi. Il libro, articolato e ben strutturato, esprime il modo di sentire del poeta. La prima parte cerca di parlare dei massimi sistemi, si pone in relazione con l’enigma, con la vita. Affronta in maniera originale e filosofica i temi del mistero della vita, del rapporto dell’uomo con la fede. Nella seconda sezione si entra nelle storie che rendono così il libro più personale per sfociare infine nella terza parte del libro, desideri, che rende ancora più diretta e soggettiva la costruzione delle parole di Biagio Balistreri.”
Durante la presentazione Biagio Balisteri ha citato Tolstoj e gli abbiamo chiesto se secondo lui possiamo rappresentare il presente come un puzzle formato da tante tessere: “Io non direi che il risultato è un puzzle. Ho parlato di una metafora matematica secondo la quale il risultato è quello che viene fuori da tutte queste azioni dei singoli, che assume naturalmente diverse forme di aggregazione, di scontro ma anche di incontro. Oggi stiamo assistendo a questo incontro titanico fra la pressione che il mondo nordafricano esercita verso l’Europa e la resistenza che l’Europa tenta di fare a questo fenomeno. Non credo di poter dire come vedo questa cosa. La dobbiamo per forza vedere in senso vichiano dei corsi e ricorsi quindi come una sinusoide: un momento si è in basso, in altri momenti si è in alto. Mi sembra comunque di potere dire che il genere umano riesca sempre, quando è in basso, poi a risalire”.