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Caltabellotta dà il bentornato a casa a Maria Ss. dei Miracoli

Caltabellotta (AG) 06.03.2016 –  Fervore, devozione, preghiera, ardore, entusiasmo questo è ciò che si è respirato oggi pomeriggio a Caltabellotta, per l’arrivo di Maria Ss. dei Miracoli. La statua della protettrice mancava dal suo piccolo paesino e dalla chiesa di Sant’Agostino da alcuni mesi e il suo ritorno è stato accolto da tantissimi fedeli a suon di festa.

Maria Ss. dei Miracoli, dopo l’avvenuto restauro, è tornata al suo antico splendore naturale. Sono state rimosse le materie posticce e quindi recuperato il plasticismo, la pigmentazione originale e soprattutto è stato consolidato e disinfestato il legno. I colori e le linee hanno ravvivato ancor di più la bellezza della statua.

Maria Ss. dei Miracoli e il Ss. Crocifisso
Maria Ss. dei Miracoli e il Ss. Crocifisso

La parte più emozionante è stata l’arrivo di Maria nella sua chiesa. Lì ad attenderla e ad accoglierla il Crocifisso. Il tutto  incorniciato da qualcosa di mistico e religioso che ha enfatizzato il rapporto e l’unione tra una madre e un figlio nella loro casa.

Il programma è proseguito con l’accoglienza da parte di tutta la comunità del simulacro della Madonna. Intorno le ore 16,30, lo stesso, è stato trasferito da via Roma alla Chiesa di Sant’Agostino. Alle 19 la Solenne Celebrazione Eucaristica accompagnata dalla Polifonica “Laudae Choralis”.

La Storia

La venerazione della Madonna dei Miracoli risale al 1601 quando venne proclamata patrona del paese dopo aver preservato gli abitanti dal colera.

Maria Ss. dei Miracoli
Maria Ss. dei Miracoli

Vengono tramandate di generazione in generazione varie storie e leggende legate al culto della Madonna dei Miracoli, ma la più narrata e significativa è la seguente:
“Un giorno un certo Padre Paolo (Pallu), monaco agostiniano, trovò nel giardino sotto la rupe Gogala un ceppo di legno di fico e pensò che potesse essere  utile per sbarrare la porta della chiesa di S. Agostino e così fece.
La mattina seguente andò ad aprire la chiesa e vide che il ceppo di legno di fico non c’era più e chiese agli altri monaci se per caso lo avessero visto o se qualcuno lo avesse preso, ma questi gli risposero negativamente.
Dopo qualche  giorno si recò per il suo ministero alla Chiesa Madre, e con grande meraviglia, vide che il ceppo di legno era situato vicino al crocifisso, sbigottito, chiese chi avesse portato quel ceppo fino alla chiesa, ma non ebbe risposte esaurienti  e alla fine della Messa, lo riportò con sé  alla chiesa di S. Agostino.
Il giorno dopo, come tutte le mattine, andò ad aprire la porta della chiesa e si accorse che il ceppo di fico era sparito, subito pensò ad uno scherzo dei suoi confratelli, ma vedendo che questi erano piuttosto frastornati, gli venne un dubbio e si recò nuovamente alla Madrice e vide, con grande meraviglia, che il ceppo di fico ere ancora vicino al Crocifisso.
Ancora una volta riportò il pezzo di legno a S. Agostino, lo dispose come le altre volte, e restò a vigilarlo, arrivata la notte, ad un tratto, vide che il pezzo di legno si tolse dalla posizione in cui era stato sistemato e, balzellando, si diresse per la strada che porta alla Cattedrale. Arrivato lì, il ceppo si accostò, come le altre sere, vicino al Crocifisso. Proprio da quel pezzo di legno di fico è stata realizzata la statua della Madonna”.
Molti sono i miracoli legati alla tradizione popolare, tra i tanti ricordiamo: quello compiuto da Maria Ss. quando, alcuni forestieri volendosi impadronire della Sacra immagine, arrivati sotto la rupe Gogala,  luogo del ritrovamento del ceppo, essa, si fece talmente pesante da costringere i ladri ad abbandonarla lì, e ancora oggi, a detta dei portatori, in quello stesso punto, la vara si appesantisce.

Altri aneddoti parlano di guarigioni miracolose soprattutto fatte a bambini: un bimbo paralitico riacquistò l’uso delle gambe, e un altro, nato muto, riuscì a parlare.

Tutt’oggi per i caltabellottesi, il Simulacro della Madonna è considerato miracoloso e per questo venerato con fervente spirito tra il mese di marzo e aprile e l’ultima domenica di luglio.

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