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Aumenta la disoccupazione giovanile, 100mila giovani lasciano il Sud ogni anno

Palermo, 4 marzo 2016 – Centomila giovani del Sud ogni anno in fuga all’estero per cercare un futuro, quasi due milioni di giovani disoccupati di cui il 50% si “rifugia” in Garanzia Giovani sperando nell’offerta di un’opportunità. Da Sciacca (Ag), dove sono riuniti col presidente nazionale Marina Calderone, i consulenti del lavoro lanciano un allarme sull’aumento della disoccupazione giovanile in Italia e soprattutto al Sud.

Il vicepresidente nazionale, Vincenzo Silvestri, spiega che nel 2015 “nella fascia d’età fra i 15 e i 24 anni si sono persi 7mila posti di lavoro rispetto al 2014, e addirittura in quella compresa fra 35 e 49 anni il calo è stato di 69mila unità. A gennaio il tasso di disoccupazione giovanile è risalito al 39,3%. L’aumento dell’occupazione nel 2015 registrato dall’Inps, dall’Istat e dal governo – prosegue Silvestri – riguarda prevalentemente gli over 50, per via dell’innalzamento dell’età pensionabile e delle trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti precari: nel 2015, in Italia, dei 764.129 rapporti di lavoro a tempo indeterminato in più rispetto al 2014, ben 578.081 sono trasformazioni; in Sicilia su 33.204 posti stabili in più, ben 18.123 sono trasformazioni e solo circa 7mila sono le assunzioni di giovani”.

I consulenti del lavoro denunciano anche che la platea di giovani disoccupati sia aumentata a quasi 2 milioni di soggetti nonostante “ogni anno – sottolinea Silvestri – 100mila giovani, pari ad una città intera, lascino il Sud e vadano all’estero o per conseguire un titolo universitario più facilmente spendibile oppure per lavorare. Le mete più gettonate sono Inghilterra, Germania, Spagna, Romania, Balcani, Paesi Arabi e Cina”.

Del bacino di giovani che restano in Italia, ben 1 milione e 723mila sono i giovani “Neet” (di età fra 15 e 29 anni che non studiano e non cercano lavoro) censiti dal Monitoraggio del ministero del Lavoro del 26 febbraio scorso sull’attuazione del programma Garanzia Giovani. Di questi il 55% (pari a 979mila unità) si sono registrati sulla piattaforma Garanzia Giovani. Su 862.747 adesioni definite, quasi la metà, 424.170 riguardano il Sud, con il boom di adesioni in Sicilia pari a 147.710. Del totale dei presi in carico (624.553), 312.148 ricadono in regioni del Sud (117.240 in Sicilia). Se in Italia quelli con profilazione alta sono il 44,7%, salgono al 70% nel Sud con la “punta” della Sicilia all’80,2%. E sono il 3,7% coloro che dal Sud hanno scelto di svolgere un tirocinio in Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Lazio.

Ma solo a 288.719 giovani è stato finora possibile proporre una misura di accompagnamento al lavoro. Alcuni esempi: su 47.812 soggetti che hanno iniziato i moduli per accrescere le competenze digitali, sono 3.255 quelli che potranno ora svolgere un tirocinio presso un’azienda o un’agenzia web; a 131.208 giovani è stato erogato un tirocinio, a 49.671 le altre misure a carattere regionale (apprendistato, servizio civile regionale, auto impiego e auto imprenditorialità, mobilità professionale), a 5.215 il servizio civile nazionale e a 30.290 il bonus occupazionale (che ha consentito il 91,6% di assunzioni incentivate a tempo indeterminato). Di questi bonus, 8.674 sono stati erogati al Sud, ancora una volta col primato della Sicilia (2.341).

“In Sicilia i consulenti del lavoro – annuncia Leonardo Giacalone, presidente della Consulta regionale Ordini dei consulenti del lavoro della Sicilia – assieme alla Fondazione consulenti del lavoro, grazie al loro accreditamento per legge quali agenzie per il lavoro, hanno reso possibili ben 900 tirocini altamente qualificanti presso aziende clienti. In più da quest’anno, sempre assieme alla Fondazione, cureranno l’attuazione della misura ‘Accompagnamento al lavoro’ (Avviso 8) promuovendo l’assunzione incentivata di giovani ‘Neet’, della misura ‘Contratto di ricollocazione’ che assegna voucher per il reinserimento lavorativo di inoccupati e disoccupati, e del bando di Italia Lavoro ‘Botteghe di mestiere e dell’innovazione’. Ciò comporterà anche significativi investimenti da parte della categoria per creare una rete tra professionisti e una banca dati per l’incontro fra domanda e domanda e offerta di lavoro“.

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