Da qualche settimana non si fa altro che parlare di Zika, virus che sta destando non poche preoccupazioni. Archiviata, per ora, l’emergenza Ebola, ecco arrivare questo virus ad agitare le autorità sanitarie e i viaggiatori di mezzo mondo. Infatti è dallo scorso ottobre che “quasi in silenzio”, dall’America del Sud si sta propagando un po’ ovunque, specie nell’America del Nord.
Ma cosa sappiamo a proposito di Zika? Da dove viene? Che sintomi provoca? È mortale? Esiste una cura?
Il Virus Zika (ZIKV) è un agente patogeno appartenente alla famiglia dei Flaviviridae, genere Flavivirus, gruppo Spondweni. Isolato per la prima volta nel 1947 da un primate in Ugunda dopo qualche sporadica segnalazione in Africa e nel sud-est asiatico, è riapparso in Brasile la primavera scorsa. Negli esseri umani il virus è altamente correlato a quelli che provocano la febbre gialla, l’encefalite giapponese, la dengue, l’encefalite del Nilo Occidentale, tutti trasmessi principalmente da punture di insetto. Solitamente quando si manifesta determina una sintomatologia lieve: febbre, rash cutanei, mal di testa o addirittura nella maggior parte dei casi può essere asintomatico, sebbene però i tempi di incubazione non siano del tutto chiari.
Il dato più allarmante sembra essere correlato alle malformazioni neurologiche nei neonati, infatti alcuni scienziati ipotizzano che esista una trasmissione materno-fetale che provoca microcefalia nel nascituro, condizione in cui il cranio si sviluppa meno rispetto al normale, causando deficit che interessano alcune funzionalità del cervello, ma finora non è stato mai confermato un caso di decesso direttamente collegato al Virus Zika.
Abbiamo chiesto al Biomedico Marinella Todaro, di dirci qualcosa al riguardo: “Attualmente per il Virus Zika non c’è una terapia, quello che si può fare è curare i pazienti infetti con una terapia simile a quella adottata per altre malattie virali (come l’influenza): se non ci sono complicazioni i sintomi passano entro una settimana. Trasmettendosi con le zanzare, sicuramente è un virus altamente infettivo, per cui si sta valutando lo sviluppo di un vaccino non solo per immunizzare chi più a rischio ma anche per evitare possibili mutazioni cui può andare incontro il virus cambiando ‘faccia’ e mettendoci di fronte un ‘nuovo’ virus. Altra strada che si sta prendendo in considerazione è quella delle Zanzare OGM, create dalla Oxitec, portatrici di un gene in grado di uccidere la prole prima che raggiunga l’età adulta, tutte di sesso maschile e innocue per l’uomo; a Piracicaba la diffusione di questi insetti ha già portato ad una diminuzione della popolazione di Aedes tuttavia bisogna valutare a mio avviso i rischi per l’ambiente causati dall’inserimento di OGM”.
L’Organizzazione mondiale della Sanità, preoccupata per la rapida evoluzione della situazione, ha lanciato un allarme nei giorni scorsi. Si sono registrati i primi casi di infezione anche in Europa: tre persone in Gran Bretagna, due in Catalogna e quattro in Italia. Si tratta di viaggiatori rientrati dal Brasile e i casi risalgono alla primavera scorsa.
“Molto importante è la prevenzione – afferma la Dott.ssa Todaro – che si basa sulla protezione delle persone infette da ulteriori esposizioni a zanzare durante i primi giorni di malattia così da evitare che altre zanzare vengano infettate riducendo il rischio di trasmissione locale, sulla sorveglianza continua per i viaggiatori che tornano dai paesi tropicali con febbre alta e malesseri vari e sul consiglio per le donne incinte di evitare viaggi nei Paesi a rischio, o comunque di porre una maggiore attenzione”.
Comunque sia non bisogna allarmarsi, non è necessario scatenare l’effetto ‘al lupo al lupo’, ma premunirsi. Al momento comunque non ci sono le condizioni per chiedere restrizioni nei viaggi (tranne per le donne in stato di gravidanza) e nei commerci per prevenire la diffusione del virus.