mercoledì, 20 Novembre 2024
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HomesocialeMa quante “porcate” dovremo ancora ascoltare noi Siciliani?

Ma quante “porcate” dovremo ancora ascoltare noi Siciliani?

Al giorno d’oggi le tante parole, frasi e discorsi di alcuni pare proprio non ci sorprendano più, semmai ci fanno acquisire la consapevolezza di quanto certe persone siano inadeguate ad apparire e aprire bocca pubblicamente, in un programma nazionale come quello di “Uno Mattina” su Rai Uno.

Ieri, nel programma condotto da Tiberio Timperi, infatti, al confronto avanzato all’avvocato palermitano Giulia Bongiorno, da parte di Carlo Panella, che ha paragonato senza alcuna fondatezza e con una certa disinvoltura i fatti di Colonia (le molestie alle donne tedesche nella notte di Capodanno) a “porcate che facevano i maschi siciliani” e che “forse fanno ancora”, nessuno in studio si è scomposto. Ci sorprende ancora di più, sinceramente, che un uomo, per giunta scrittore e giornalista, faccia questa considerazione, lasciateci dire priva di senno, sulla base di alcune fotografie della Sicilia. Per tutti “la foto clamorosa degli anni ’50 la bedda (bella ragazza) che passa e tutti i galletti…” – riferendosi alla “dinamica del branco, un gruppo di maschi ubriachi, testosterone”. Alquanto inopportuno, visto che l’Italia da Nord e Sud è unita da spot e cartelloni pubblicitari, dove di donne e di uomini si vede ben altro e di più, altro che galletti. Ma forse per Panella queste non sono “porcate” dello stesso livello, è più semplice precisare di avere portato in trasmissione il Corano.

Nonostante ciò, gli ospiti del programma non prendono le distanze, ma la rabbia e l’indignazione dei siciliani, di fronte ad una affermazione che li vede porci e stupratori, non tardano ad arrivare. Sul web, alla velocità della luce, i primi commenti di sdegno, poi la polemica alla Rai, che dovrebbe garantire un servizio pubblico efficiente e, soprattutto, rispettoso e invece attualmente sembra sorvolare, non dando né scuse né precisazioni.

Troppi pregiudizi, offese e falsità si scagliono contro la Sicilia, isola che certamente ha problematiche e contraddizioni, ma che non per questo si presta ad accettare insulti e umiliazioni gratuite. A raccogliere il malcontento e la voce dei siciliani al “delirio razzista” (così infatti è stato definito) di Carlo Panella, è il movimento fondato dal Professore Massimo Costa “Siciliani Liberi”, che ha chiesto, alla rai e, in particolare, al conduttore di Uno Mattina Tiberio Timperi, di scusarsi pubblicamente, nella fascia oraria in cui è stato pronunciato l’insulto. Siciliani Liberi, inoltre, ha richiesto l’allontanamento del giornalista Panella dai teleschermi della Rai. “Queste affermazioni, semplicemente incommentabili, – ha precisato in una nota Massimo Costa – devono cessare immediatamente”.

A questo punto, c’è da domandarsi due cose :quanto tempo dovrà ancora passare per non ascoltare più certe offese pubbliche? E i nostri rappresentanti politici sono insensibili a queste offese?

 

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