Sono passati circa 790 anni dalla nascita del presepe. Nella notte di Natale del 1223, San Francesco D’Assisi, dal suo precedente viaggio ricordando la terra di Betlemme, decise di dare vita a Greccio, in provincia di Rieti, alla Sacra Rappresentazione della Natività. Da allora fino ad oggi, il presepe viene posto in tutte le case del mondo in ogni Natale. Lo troviamo anche nelle Chiese, nelle piazze di città e paesi, in tutti quei luoghi dove si vuole ricordare la nascita di Gesù. Secondo la tradizione, contemplare il bambinello posto al centro della mangiatoia, ai rintocchi della mezzanotte, durante la vigilia del ventiquattro, è il modo per vivere e percepire il vero senso e spirito del Natale. Il Natale è vita, nascita, è la festa che dona all’umanità la speranza di un Salvatore.
In Italia, nel corso degli anni, ai personaggi più consueti, come la Sacra Famiglia, circondata dal bue e l’asinello, i pastori, gli angeli nel cielo e i tre Re Magi (Melchiorre, Baldassare e Gaspare) inseriti da alcuni simbolicamente il giorno dell’Epifania, ne sono stati aggiunti tanti altri. Ci sono statuette che ricordano antichi mestieri, artigiani, suonatori, animali, oggetti e non è mancato chi ha inserito effetti musicali e luci. Addirittura, sulla scia di una tendenza più o meno commerciale, compaiono figure popolari e regionali, uomini del passato e dell’attualità. Cambia anche l’ambientazione, il materiale e la dimensione. Per non parlare dei caratteristici presepi viventi, che al giorno d’oggi attirano tantissimi turisti e visitatori. Gusti e tendenze hanno, quindi, accompagnato e modificato nel corso del tempo, la tipica mangiatoia, dove al centro, tuttavia, rimane sempre il bambinello, senza il quale non si potrebbe neanche parlare di presepe.
Nonostante le innumerevoli aggiunte e modifiche, che possono incuriosire e affascinare grandi e piccoli, con il sopraggiungere della festa più amata, in tanti, sia per questioni di tempo sia per scelta, preferiscono rievocare il Natale con i tanti addobbi e con il caratteristico albero. Dunque, forse a venire meno non è tanto la tradizione del costruire il presepe, bensì il significato che ognuno di noi attribuisce a questo: non importa se è grande o piccolo, scarno o ricco, se ci sono suoni e luci. Ciò che veramente conta è rivivere il vero e fondante valore del Natale dentro il proprio cuore e condividerlo con quelli che stanno attorno a noi. Il presepe, infatti, è la rappresentazione di una emozione che non è possibile comunicare con semplici parole, è la gioia di sapere che non siamo soli perché qualcuno è nato per noi, è quel senso di stupore misterioso, che riscalda il cuore la mattina di Natale, quando in punta di piedi sgattaioliamo in sala da pranzo o in cucina per fare gli auguri ai nostri cari e lì troviamo ad accoglierci un bambino con le braccia aperte.