Con un’ampia maggioranza, sabato notte l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato una norma della finanziaria voluta dal presidente Rosario Crocetta, che prevede la possibilità di ottenere mutui agevolati per l’acquisto della casa alle giovani coppie, sposate o no, eterosessuali o no.
Una norma che non discrimina tra le famiglie bisognose, e che in questo momento di crisi può incidere favorevolmente sulla vita quotidiana di migliaia di persone, e che pone la Sicilia accanto a regioni tradizionalmente più attente al rispetto dei diritti, come Toscana, Emilia, Umbria e Marche, in cui già da anni è prevista la concessione di mutui a coppie non sposate o omosessuali.
In assenza di leggi e normative statali, ovvero di fronte a un Parlamento che non riesce ad approvare leggi per la tutela dei diritti umani e civili, ancora una volta un’amministrazione locale interviene a colmare lacune e a promuovere i diritti dei cittadini.
L’auspicio è che questa norma possa fungere da stimolo per le amministrazioni comunali che, a differenza del Comune di Palermo e di molti altri comuni siciliani, ancora non si sono dotate del registro delle unioni civili, strumento indispensabile per poter richiedere le agevolazioni.
Non possiamo non augurarci inoltre che quest’approvazione preluda a una prossima discussione in aula di due progetti di legge (del Pd e del M5S) antidiscriminazione che giacciono inerti da mesi all’ARS in attesa di una calendarizzazione mai arrivata. Uno dei due progetti, con Ferrandelli come primo firmatario, prevede appunto l’istituzione dei registri delle unioni civili in tutti i comuni dell’isola.
Non possiamo inoltre non notare che il dibattito in aula ha vissuto momenti che in una democrazia non possono che essere definiti bui. L’opposizione, per bocca di Musumeci, in mancanza di argomenti plausibili o dotati di una minima logica, ha evocato scenari apocalittici, ed ha utilizzato argomenti presi da un’ideologia pseudoreligiosa retriva, che in un’istituzione laica non dovrebbero entrare. Musumeci ha parlato apertamente di “norma demoniaca” e di “famiglia finalizzata alla procreazione”, offendendo migliaia di coppie senza figli.
“Sono argomenti vergognosi e vuoti – è il commento di Daniela Tomasino, presidente di Arcigay Palermo -che vanno respinti con forza, perché privi di qualsiasi realtà politica, sociale, scientifica e perché, sopratutto, offendono profondamente le istituzioni siciliane. Istituzioni che hanno il dovere di garantire a tutti i cittadini e tutte le famiglie pari opportunità, diritti e dignità. Quella intrapresa sabato dall’ARS è la strada giusta.”