Intervenendo con una nota ufficiale del 6 ottobre scorso su alcune segnalazioni dell’Ance Sicilia, il presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha ribadito che la legge vieta alle stazioni appaltanti di legare il pagamento di lavori edili effettuati al ricevimento di finanziamenti da parte di altre amministrazioni o alla successiva disponibilità di cassa. Ciò perché, osserva Cantone, “l’art. 97 della Costituzione impone che i provvedimenti comportanti una spesa siano adottati soltanto in presenza di idonea copertura finanziaria”.
Ebbene, il Consorzio autostrade siciliane pare abbia violato questa norma, se è vero che, affidando un anno fa la realizzazione, per 260 milioni di euro di fondi Ue e statali, della tratta Rosolini-Modica dell’autostrada Siracusa-Gela, su lavori fatturati dall’impresa per 28 milioni ne avrebbe pagati solo 4,2 e si sarebbe impegnato a pagarne altrettanti a breve con proprie risorse (dati forniti dall’impresa).
Nell’odierno incontro, al quale ha partecipato anche l’Ance Ragusa, il Cas si è giustificato con il fatto che questa era l’unica dotazione in cassa e che dalla Regione sarebbero stati solo virtualmente assegnati 15 milioni. Dunque, fino a quando dalla Regione non arriverà liquidità concreta, non sembrerebbe possibile che il Cas dia corso ad altri versamenti oltre al normale ricavo dei pedaggi. Tradotto in termini pratici, ci vorrebbero 60 anni per arrivare al saldo dell’intera opera.
L’impresa, che ha finora anticipato i pagamenti a fornitori, subappaltatori e lavoratori (i costi industriali dichiarati dall’impresa per effetto dell’avvio e della cantierizzazione superano i 40 milioni di euro) ricorrendo a onerose linee di credito bancario, si trova in estrema difficoltà; e i sindacati fanno fatica a contenere la tensione sociale. Venerdì prossimo si tenterà con il prefetto di Ragusa di ottenere un autorevole intervento sugli enti inadempienti.
L’Ance Sicilia ritiene estremamente grave che ancora una volta, nonostante nell’Isola le pubbliche amministrazioni siano debitrici nei confronti delle imprese edili di circa 1,5 miliardi di euro in totale per opere eseguite e mai pagate, vi siano ancora stazioni appaltanti che affidano opere pubbliche senza disporre della concreta copertura finanziaria.
E chiede al governo regionale, tanto solerte a ricercare prestiti in giro per pagare poche giornate ai forestali e agli operai dei consorzi di bonifica, di farsi carico con altrettanto impegno di risolvere nell’immediato questa e altre gravi situazioni che rischiano di mettere in forse la tenuta stessa dei cantieri di infrastrutture fondamentali per lo sviluppo della Sicilia.
Ma al contempo, per dare serenità e certezza di diritto all’impresa che si sta assumendo enormi responsabilità con il sistema bancario, l’Ance Sicilia, non ritenendo il Cas e la Regione in grado di gestire con adeguatezza sotto il profilo economico-finanziario questa impegnativa opera, chiede al governo nazionale di revocare a queste due amministrazioni la responsabilità della realizzazione della Siracusa-Gela e di inviare un commissario per la corretta conduzione dell’appalto.
Ciò anche per scongiurare, proseguendo questa situazione, l’inevitabile ricorso a procedure esecutive per il recupero delle somme, che metterebbe ulteriormente in difficoltà la già precaria situazione finanziaria del Cas e della Regione.