domenica, 2 Febbraio 2025
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Sport&Diritti. L’ANDDOS elogia il progetto “Placca l’omofobia”

L’ANDDOS, la più grande associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale con oltre 135.500 associati in tutta Italia, rimarca l’importanza del progetto “Placcare l’omofobia – partite di rugby sui generis per difendere la libertà di genere” che si svolgerà sabato 26 settembre a Ragusa, con la partecipazione anche delle società Cus Catania, Fiamma Cibali Catania, Modica Rugby. L’evento, promosso dalla Rugby Audax Clan e Agedo Ragusa, con il patrocinio della Federazione Italiana Rugby, rappresenta un momento significativo per intensificare la costante lotta contro l’omofobia. A conferma che non esistono persone differenti, ma solo diverse identità da rispettare ed integrare nella sicietà.

La società sportiva Rugby Audax – sottolinea il presidente nazionale Mario Marco Canale di ANDDOS – dimostra grande sensibilità nei confronti della comunità LGBTI. L’organizzazione di questo evento di sport e solidarietà è un messaggio importante ed incisivo per sensibilizzare tutte le forze istituzionali e politiche nel concentrare gli sforzi e nell’attuare leggi definitive contro l’omofobia e contro tutte le forme di discriminazione nel mondo. Questa manifestazione contro l’omofobia rappresenta, quindi, un evento di rilievo per contribuire attivamente alla trasformazione di una società ancora poco accogliente e tollerante nei confronti delle diversità e per contrastare quindi fenomeni di violenza, bullismo, soprusi ed emarginazioni che vengono perpetrati soprattutto nei confronti dei giovani omosessuali”.

Non possiamo continuare a vivere in un mondo senza rispetto – rimarca l’avvocato Antonio Bubici di ANDDOS – è ancora più significativo che una disciplina come il rugby possa essere un valido strumento educativo di valori nella lotta contro razzismo, xenofobia, discriminazione, omofobia per abbattere il pericoloso muro dei pregiudizi e delle discriminazioni, per insegnare quindi ai giovani il rispetto della diversità, attraverso una cultura dell’integrazione ed una educazione alle differenze”.

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