È terminata da pochissimo la fase più temuta (B) del piano di assunzione previsto dalla “Buona scuola” del Governo Renzi, iniziata nella notte tra l’1 e il 2 di questo mese.
Ansia, incubo, paura, ma anche rabbia e senso di incertezza, questi sono stati gli stati d’animo provati da migliaia di docenti di tutta Italia appartenenti alle graduatorie ad esaurimento e gli idonei/vincitori del concorso 2012.
In 8.776 si sono trovati una mail direttamente dal Miur con l’assegnazione della sede in una località italiana, per assumere servizio a tempo indeterminato.
Soltanto coloro che entro l’8 settembre sono riusciti a ottenere una supplenza nella propria provincia hanno potuto rinviare fino al 30 giugno 2016 il trasferimento. Sede che dovranno comunque raggiungere dal giorno successivo: il primo luglio 2016.
Una occasione che gli insegnanti aspettavano da anni. Il ruolo. Una chimera per chi è precario da 20 anni e un sogno realizzato per chi da poco si è inserito nel campo dell’insegnamento. Ma in tanti, purtroppo, anziché esultare di questa opportunità hanno vissuto e stanno ancora vivendo questa fase con mille dubbi. “Ho fatto bene ad accettare? Ho fatto male a lasciare perdere? Dovrò cambiare lavoro alla mia età? Come faccio a lasciare la mia famiglia? La porto con me”? Sono queste le domande che hanno attanagliato e attanagliano ancora migliaia di supplenti. Ricordiamo che chi non ha accettato l’incarico dalla fase B verrà depennato da qualsiasi graduatoria e non potrà più lavorare a scuola e c’è chi, purtroppo per problemi personali, ha dovuto rinunciare.
Giornale Cittadino Press ha seguito da vicino l’argomento scuola e le immissioni in ruolo. Abbiamo parlato con vari insegnanti e ognuno di loro ha raccontato una storia diversa. C’è chi ha esultato per il ruolo e per il cambiamento di vita che dovrà affrontare. C’è chi invece ha accettato a malincuore perché sa che dovrà lasciare famiglia e trasferirsi a migliaia e migliaia di km distanti da casa.
Paola Cortese, docente di scuola primaria, vincitrice di concorso 2012 nella Regione Sicilia, purtroppo non è riuscita ad accaparrarsi il ruolo nelle fasi antecedenti ( 0-A) e l’algoritmo realizzato dal Miur, le ha assegnato come sede Lodi in Lombardia.
Ci racconta – “Sono felice per il ruolo, ma non mi aspettavo di dover insegnare lontana dalla mia terra. Ho fatto sacrifici per vincere il concorso. Studiavo con il pancione, dopo 4 giorni dal parto sono andata a fare l’esame, lasciavo mia figlia ai nonni per potermi concentrare meglio. Per quel posto in Sicilia ho fatto di tutto, ed oggi cosa mi ritrovo? Un trasferimento. Lasciare casa, lasciare il posto dove sei cresciuta. Dovranno cambiare vita oltre me, anche i miei figli e mio marito. È un altro scalino da superare.”
Continuando a chiedere, ci racconta Sara, anche lei docente di scuola primaria: “Domani parto, lascio qui in paese le mie due bimbe. Ho tanta paura perché per me è una nuova esperienza, soprattutto quest’anno che oltre alla distanza da casa dovrò affrontare l’anno di prova. Spero di farcela e di non sentire troppo la mancanza dei miei affetti”.
“Questa non è una Riforma! Questa è una deportazione! – Ci dice Alessia Zito “ Lunedì parto e porterò con me anche la mia bambina di un anno, ma lascerò a casa mio marito. Sì, sono contenta lavorerò tutto l’anno, ho avuto il ruolo, ma quanti sacrifici? Mia figlia vedrà il padre un fine settimana al mese. Sono stata precaria per 8 anni e finalmente ho il ‘posto fisso ’, anche se lo immaginavo diversamente il raggiungimento di questo obiettivo.”
Angela Truncali, invece è entusiasta, certa che il nord le cambierà la vita in meglio. Ci dice: “Nuovi amici, nuova vita, uno stipendio sicuro e Milano. Cosa posso chiedere di più? Renzi mi ha fatto un bel regalo.”
Noi di Giornale Cittadino Press facciamo un grosso in bocca al lupo a tutti gli insegnanti, oltre che agli alunni, per il nuovo anno scolastico; certi che anche se con problematiche, con sacrifici, con gioie e dolori si farà di tutto per mantenere alta l’istruzione. Buon anno scolastico a tutti.