domenica, 24 Novembre 2024
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Connubio tra poesia e pittura. “il pittore dipinge la poesia o il poeta che descrive il quadro”

Sin dai tempi remoti vari artisti hanno dimostrato che l’arte pittorica e/o scultorea e la poesia e/o la lirica camminassero a braccetto, infatti molti artisti non disdegnavano di dedicarsi indifferentemente sia all’una che all’altra. Tra le frasi celebri che evidenziano il connubio tra queste due arti e che manifestano lo stesso desiderio di esprimere le sensazioni dell’anima è quella di Simonide, poeta greco, 556-468 a.C., “La pittura è poesia silenziosa, la poesia è pittura che parla” .

Quindi, potremmo realisticamente dire che: “il pittore dipinge la poesia o il poeta che descrive il quadro”

In pratica le due cose si equivalgono perché stiamo parlando di arte e quindi si fondono in un tutt’uno. Immaginiamo, citando artisti conterranei, un quadro di Guttuso con all’interno una poesia di Sciascia: è semplicemente splendido.

Quindi possiamo senz’altro affermare che sia il pittore che dipinge la poesia e sia il poeta che descrive un quadro danno vita ad un’opera artistica completa, le due arti si compenetrano e si completano, si potrebbe chiamare poesipittura o pittopoésia.

Di seguito un esempio concreto.

– una mia poesia nella nostra lingua madre:

Lacrime di sangu

Sta nostra terra bedda e martoriata

cá detti li natali a tanti ommini illustri

Ommini pii e saggi

Ma ancu a tanti ommini ‘nfami.

U signuruzzo quanno la criò

saddumannò:

“lu paradisu in terra criavu nunné possibili,

l’ommini chistu ‘nun si lu meritanu”

Ci penso e ripinsó

e decisi cá dá l’ommini savianu a ‘nmiscari

anchi si eranu cristianeddi facultusi

e granni travagghiaturi

un tanticchia strani avianu a ‘ghiessiri

Vosi accoppiari ma cosa troppu bedda

“Terra di milli culura, di milli udura e di milli sapura”

li chiú beddi cá si possanu ‘nmagginari

a na cosa cá mancu iddu sapiva definiri

Terra di conquisti infatti fù

ri cá passaru tanti popolazioni

cá si ‘nmiscaru cu chiddi cá c’erano primma

E ni nasciu na razza unica

“li siciliani”

Ma sta terra biniritta e puru maliritta

‘nzemmula ad ommini boni ci stanno ommini tinti

Terra bedda ma maliritta

Chianciti terra

Chianciti fighi ri sta terra

Lacrimi, lacrimi di sangu

Sta terra proppu sangu versò

i so figghi proppu lacrimi ri sangu versaru

Lu tributo troppu voti pagaru

era arrivati lu tempu di lu riscattu

Forza genti di sta terra

liberamu, liberamu la Sicilia

di sta genti tinta

un sapumu chi farininni

Signuruzzo, Signuruzzo beddu

aiuta sta terra, aiuta li siciliani

a libberalla

di sti ommini tinti

Viva a Sicilia e li siciliani onesti e laburiusi

 

Per i non siculi (ma non rende come quella in lingua siciliana):

Lacrime di sangue

Questa nostra bella e martoriata terra

che ha dato i natali a tanti uomini illustri

Uomini pii e saggi

Ma anche a tanti uomini infami

Dio quando la creò

si chiese:

“il paradiso in terra ho creato, non è possibile

gli uomini questo non se lo meritano”

Ci penso e ripensò e decise che

lì gli uomini si dovevano mischiare

anche se erano cristiani facoltosi

e grandi lavoratori

un pochino strani dovevano essere

Ha voluto accoppiare una cosa molto bella

“Terra dai mille colori, dai mille odori e dai mille sapori”

i più belli che si possono immaginare

una cosa che neanche lui sapeva definire

Terra di conquiste infatti fu

da qui passarono tante popolazioni

che si mischiarono con i locali

E ne nacque una razza unica

“I siciliani”

In questa terra benedetta ma anche maledetta

insieme ad uomini buoni ci stanno uomini cattivi

Terra bella ma maledetta

Piangi terra

Piangete figli di questa terra

Lacrime, lacrime di sangue

Questa terra troppo sangue versò

i suoi figli troppo lacrime di sangue versarono

Il tributo troppe volte pagarono

era arrivato il tempo del riscatto

Forza gente di questa terra

liberiamo, liberiamo la Sicilia

di questa gente cattiva

Non sappiamo cosa farcene

Signore Iddio, signore Iddio bello

aiuta questa terra, aiuta i siciliani

a liberarla

da questi uomini cattivi

Viva la Sicilia e i siciliani onesti e laboriosi

 

  •  un mio trittico che rappresenta lo stato d’animo della poesia:

 

trittico2

Questi versi non hanno bisogno di commento, ciascuno dei lettori, in base ai propri ricordi ed alle conoscenze dei fatti che da sempre hanno insanguinato la nostra terra potrà trarne le proprie deduzioni.

L’idea della lirica vuole essere una esortazione per i siciliani “onesti e laboriosi” che sono tantissimi, la stragrande maggioranza: liberiamo questa terra dagli uomini “cattivi”, che siano essi uomini di malaffare (non solo mafia) o che siano uomini politici.

La Sicilia ed i siciliani hanno dimostrato che se vogliono sanno fare cose stupende.

Concludo con lo slogan del poema, che sia d’auspicio:

“Viva la Sicilia e i siciliani onesti e laboriosi”

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