Sin dai tempi remoti vari artisti hanno dimostrato che l’arte pittorica e/o scultorea e la poesia e/o la lirica camminassero a braccetto, infatti molti artisti non disdegnavano di dedicarsi indifferentemente sia all’una che all’altra. Tra le frasi celebri che evidenziano il connubio tra queste due arti e che manifestano lo stesso desiderio di esprimere le sensazioni dell’anima è quella di Simonide, poeta greco, 556-468 a.C., “La pittura è poesia silenziosa, la poesia è pittura che parla” .
Quindi, potremmo realisticamente dire che: “il pittore dipinge la poesia o il poeta che descrive il quadro”
In pratica le due cose si equivalgono perché stiamo parlando di arte e quindi si fondono in un tutt’uno. Immaginiamo, citando artisti conterranei, un quadro di Guttuso con all’interno una poesia di Sciascia: è semplicemente splendido.
Quindi possiamo senz’altro affermare che sia il pittore che dipinge la poesia e sia il poeta che descrive un quadro danno vita ad un’opera artistica completa, le due arti si compenetrano e si completano, si potrebbe chiamare poesipittura o pittopoésia.
Di seguito un esempio concreto.
– una mia poesia nella nostra lingua madre:
Lacrime di sangu
Sta nostra terra bedda e martoriata
cá detti li natali a tanti ommini illustri
Ommini pii e saggi
Ma ancu a tanti ommini ‘nfami.
U signuruzzo quanno la criò
saddumannò:
“lu paradisu in terra criavu nunné possibili,
l’ommini chistu ‘nun si lu meritanu”
Ci penso e ripinsó
e decisi cá dá l’ommini savianu a ‘nmiscari
anchi si eranu cristianeddi facultusi
e granni travagghiaturi
un tanticchia strani avianu a ‘ghiessiri
Vosi accoppiari ma cosa troppu bedda
“Terra di milli culura, di milli udura e di milli sapura”
li chiú beddi cá si possanu ‘nmagginari
a na cosa cá mancu iddu sapiva definiri
Terra di conquisti infatti fù
ri cá passaru tanti popolazioni
cá si ‘nmiscaru cu chiddi cá c’erano primma
E ni nasciu na razza unica
“li siciliani”
Ma sta terra biniritta e puru maliritta
‘nzemmula ad ommini boni ci stanno ommini tinti
Terra bedda ma maliritta
Chianciti terra
Chianciti fighi ri sta terra
Lacrimi, lacrimi di sangu
Sta terra proppu sangu versò
i so figghi proppu lacrimi ri sangu versaru
Lu tributo troppu voti pagaru
era arrivati lu tempu di lu riscattu
Forza genti di sta terra
liberamu, liberamu la Sicilia
di sta genti tinta
un sapumu chi farininni
Signuruzzo, Signuruzzo beddu
aiuta sta terra, aiuta li siciliani
a libberalla
di sti ommini tinti
Viva a Sicilia e li siciliani onesti e laburiusi
Per i non siculi (ma non rende come quella in lingua siciliana):
Lacrime di sangue
Questa nostra bella e martoriata terra
che ha dato i natali a tanti uomini illustri
Uomini pii e saggi
Ma anche a tanti uomini infami
Dio quando la creò
si chiese:
“il paradiso in terra ho creato, non è possibile
gli uomini questo non se lo meritano”
Ci penso e ripensò e decise che
lì gli uomini si dovevano mischiare
anche se erano cristiani facoltosi
e grandi lavoratori
un pochino strani dovevano essere
Ha voluto accoppiare una cosa molto bella
“Terra dai mille colori, dai mille odori e dai mille sapori”
i più belli che si possono immaginare
una cosa che neanche lui sapeva definire
Terra di conquiste infatti fu
da qui passarono tante popolazioni
che si mischiarono con i locali
E ne nacque una razza unica
“I siciliani”
In questa terra benedetta ma anche maledetta
insieme ad uomini buoni ci stanno uomini cattivi
Terra bella ma maledetta
Piangi terra
Piangete figli di questa terra
Lacrime, lacrime di sangue
Questa terra troppo sangue versò
i suoi figli troppo lacrime di sangue versarono
Il tributo troppe volte pagarono
era arrivato il tempo del riscatto
Forza gente di questa terra
liberiamo, liberiamo la Sicilia
di questa gente cattiva
Non sappiamo cosa farcene
Signore Iddio, signore Iddio bello
aiuta questa terra, aiuta i siciliani
a liberarla
da questi uomini cattivi
Viva la Sicilia e i siciliani onesti e laboriosi
- un mio trittico che rappresenta lo stato d’animo della poesia:
Questi versi non hanno bisogno di commento, ciascuno dei lettori, in base ai propri ricordi ed alle conoscenze dei fatti che da sempre hanno insanguinato la nostra terra potrà trarne le proprie deduzioni.
L’idea della lirica vuole essere una esortazione per i siciliani “onesti e laboriosi” che sono tantissimi, la stragrande maggioranza: liberiamo questa terra dagli uomini “cattivi”, che siano essi uomini di malaffare (non solo mafia) o che siano uomini politici.
La Sicilia ed i siciliani hanno dimostrato che se vogliono sanno fare cose stupende.
Concludo con lo slogan del poema, che sia d’auspicio:
“Viva la Sicilia e i siciliani onesti e laboriosi”