La “Rete 100 Passi” ha lanciato una nuova campagna nazionale, “Io non sono mafioso”, per chiedere la creazione di norme che vietino l’apertura di locali e la vendita di gadget che inneggino alla mafia. Avviata una petizione.
“Il recente caso alle cronache internazionali del funerale Casamonica dimostra come per le mafie i simboli siano importanti per affermare il proprio potere ed ostentare la propria esistenza – spiegano i promotori -. E’ ormai noto che in varie parti d’Europa attività commerciali, prodotti e gadget si rifanno a simboli che inneggiano alla mafia. La mafia è sempre più il brand dell’Italia nel mondo. Nelle città italiane a vocazione turistica e in quelle della Sicilia che accolgono il flusso vacanziero è ormai ‘normale’ trovare in esposizione t-shirt, statuette e gadget d’ogni genere che richiamano simboli e atteggiamenti mafiosi. Sono i souvenir che proponiamo per ricordarci a chi viene in Italia? No alla mafia brand dell’Italia nel mondo. Ancor più grande è l’indifferenza diffusa e l’incomprensione che tali piccoli comportamenti non siano innocui ma alzino ogni giorno l’asticella dell’assuefazione all’illegalità anche tra i giovani”. “Tutto questo – aggiungono i promotori – è un’offesa: alle famiglie delle vittime di mafie, ai magistrati, alle forze dell’ordine, ai giornalisti, alle associazioni che giornalmente sono impegnate a contrastarle, oltre che strumento per la diffusione della cultura dell’illegalità. Cominciamo dalle piccole cose. Chiediamo alle istituzioni di raccogliere l’appello dei tantissimi italiani onesti che indignati gridano: ‘io non sono mafioso’, prodigandosi per la nascita di leggi che vietino l’esistenza di attività in Italia e in Europa che richiamino simboli di mafia e proibiscano la vendita e la produzione di prodotti che disinvoltamente esaltino le mafie, denigrino i simboli dell’antimafia, diffondendo così la cultura dell’illegalita’. L’impresa è ardua, ma insieme possiamo farcela”, concludono i volontari della “Rete 100 Passi”.