sabato, 23 Novembre 2024
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Windows 10 manda dati a Microsoft anche se gli dici di non farlo

Windows 10 ha avuto un’accoglienza positiva, ma con qualche riserva. Fra i vari problemi e i punti che hanno destato perplessità c’è, per esempio, la privacy, non esattamente ai massimi livelli con il sistema operativo appena installato, che prevede uno scambio costante di dati fra il PC e Microsoft. In teoria è possibile disabilitare a mano le “fuoriuscite” disattivando una serie di opzioni, ma a quanto pare non basta: sembra infatti che il sistema operativo continui comunque a comunicare con i server dell’azienda.

In particolare, secondo quanto riferisce Ars Technica, vengono effettuate richieste periodiche di collegamento con il motore di ricerca Bing, che risponde con alcuni dati riguardanti l’assistente vocale Cortana anche quando quest’ultima è stata disattivata. Anche il servizio che tiene aggiornati i Live Tile genera flussi di informazioni tra i prodotti Windows e i server di Redmond, perfino quando le mattonelle animate del menù Start sono state eliminate.

La società ha risposto che lo scambio di dati in oggetto serve solo a facilitare il processo di aggiornamento costante di Windows. Ed è proprio questo il nocciolo della questione: Microsoft non vuole più che gli utenti rimangano fermi a versioni obsolete del suo sistema operativo. Windows stesso non è più un software, ma un servizio. Gli upgrade costanti delle sue funzionalità e componenti diventano quindi fondamentali, e per distribuirli è necessario che le macchine restino in contatto con i server dell’azienda.

Microsoft ha anche specificato che lo scambio di dati non riguarda stringhe di ricerca generate dagli utenti né informazioni su come utilizzano i loro dispositivi, e Ars Technica ha potuto confermare l’affermazione.

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