Sul carro trionfale del Festino di Santa Rosalia – domani dalle 21 sul Piano della Cattedrale – sarà sistemato un dodecaedro dorato con, sulle dodici facce, le foto di altrettanti uomini e donne che hanno scelto, in pieno Terzo Millennio, di vivere in solitudine e lasciare la frenesia del mondo per dedicarsi alla preghiera e all’ascesi. Gli scatti sono del fotografo Carlo Bevilacqua, e fanno parte del suo portfolio “Into the Silence”: la scelta di inserirle nelle facce del dodecaedro è invece dello scenografo Sergio Pausig a cui quest’anno si devono il Carro e la nuova statua della Santuzza.
Stasera alle 20, partendo dal Piano della Cattedrale, il Carro muoverà i primi passi lungo l’antico Cassaro: dipinto d’oro, simbolo di purezza-perfezione e di eternità-regalità/divinità solare, il carro sarà rivestito da lamine ornate con elementi decorativi a stucco e resine epossidiche; le lamine lasceranno trasparire l’oro dello scafo e riporteranno i colori e gli elementi di decoro del manto azzurro mosaicato della Santa, alta due metri e quaranta centimetri.
Previsto qualche movimento di danza, per le prove bisognerà attendere notte fonda, di certo dopo mezzanotte. Prima infatti sulla facciata della Cattedrale dovranno essere regolate le luci. Che portano la firma di un grande light designer noto agli ambienti della lirica internazionale: Giuseppe Calabrò, palermitano, dal 1977 lavora in teatro, e si è formato al fianco di Michele Perriera e dietro le quinte del Teatro Biondo, per poi passare al teatro Donizetti di Bergamo e alla Fenice di Venezia. La sua esperienza nella progettazione di luce si estende dal teatro d’avanguardia al palco d’opera tradizionale e contemporanea, dal teatro multimediale ai progetti di illuminazione di musei, chiese e monumenti. Calabrò ritorna a Palermo dopo molti anni, sulla scia della forte amicizia che lo lega al direttore artistico del Festino, Lollo Franco.
Sulla Cattedrale sarà anche proiettato il lavoro di sand art di Stefania Bruno: muovendo le mani su un tavolo luminoso, darà vista ad un insieme di immagini che, trasformandosi e fondendosi tra di loro, creeranno un vero e proprio cortometraggio di sabbia con la storia della Santuzza; che si intersecherà ai movimenti dei danzatori e alle scene teatrali che prenderanno vita sui due palchi accostati del Piano della Cattedrale.