È stato presentato lo scorso 20 dicembre, alla Lega Navale il progetto “TPortusVetus”, un’ambiziosa iniziativa di ricerca archeologica che potrebbe riscrivere la storia del porto antico di Trapani. Importante la collaborazione di prestigiose istituzioni locali e regionali, che si concentra sullo studio delle strutture semisommerse nell’area marina tra le isole della Colombaia e del Lazzaretto-Villino Nasi.Sulla base di recenti indagini condotte nell’area, infatti, è stata formulata una ipotesi sorprendente: quelle che fino ad oggi erano state interpretate come antiche saline o peschiere potrebbero in realtà essere strutture di rilevante interesse archeologico.Lo studio, condotto sotto la direzione scientifica della Soprintendenza del Mare della Regione, presente con l’archeologo Roberto La Rocca, è promosso dall’ISES Nova Civitas e dall’Ente di Istruzione e Formazione Professionale Futura, con il partenariato dell’Ordine degli Architetti di Trapani, del Gruppo archeologico Drepanon e della Lega Navale di Trapani, che con l’arch. Musumeci ha fatto gli onori di casa.Coordinato dall’Arch. Giovanni Vultaggio, presenta un approccio metodologico che si distingue per il coinvolgimento delle migliori competenze professionali, tecniche e culturali locali e per l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, tra cui: analisi strumentale mediante ROV subacqueo, rilievi fotogrammetrici dei fondali mediante droni, la gestione dei dati mediante Sistema informativo territoriale (GIS) e l’applicazione di analisi mensiocronologiche sui materiali rinvenuti.”TPortusVetus rappresenta un’opportunità per riscoprire le antiche origini di Trapani, – dichiara Livio Marrocco, presidente Ises Nova Civitas – e si inserisce in una più ampia visione di valorizzazione dell’area, che prevede la futura realizzazione del Parco della Colombaia, coniugando così ricerca scientifica, tutela del patrimonio e sviluppo turistico-culturale del territorio”.”Il programma infatti, – come afferma Filippo Cirinesi, direttore dell’Ente di Istruzione e Formazione Professionale Futura – punta a incrementare Cultura e Sviluppo locale e non si limita alla sola ricerca archeologica, ma proporrà anche un importante ricaduta didattica e formativa, anche innovativa, coinvolgendo scuole e istituzioni culturali locali, sia nella educazione dei giovani che nella formazione di nuove figure professionali connesse all’esplorazione del territorio mediante strumenti tecnologici, attività formative per giornalisti e archeologi 4.0 in un’ottica di scoperta, divulgazione e valorizzazione del nostro patrimonio culturale”. |