Dalla cancellata accoglie il famoso leo bibens intento a bere l’acqua di un rigagnolo in cui sono immerse le radici della china: è il simbolo arcinoto dei Florio, l’emblema dei “signori” della Palermo Felicissima che non dimenticarono mai le origini umili di droghieri. Tanto che vollero che lo stanco leone, scolpito da Benedetto De Lisi, li accompagnasse anche nell’aldilà.
Domenica 22 dicembre, alle 11, per la prima volta con Le Vie dei Tesori, si apriranno i cancelli del mausoleo dei Florio a Santa Maria di Gesù, dove sono sepolti Vincenzo senior, Ignazio e Franca, e Vincenzo e Lucie Florio.
La tomba, progettata da Giuseppe Damiani Almeyda, sarà una delle tappe affascinanti di un nuovo percorso guidato che si candida a nuova meta turistica della città. Alle 10, visita inaugurale con il sindaco Roberto Lagalla, l’assessore comunale al Turismo, Alessandro Anello, le guide turistiche: sarà firmato un protocollo di intesa (in via sperimentale, fino al 30 aprile 2025) tra il Comune, la Fondazione Le Vie dei Tesori, l’associazione Guide turistiche Palermo (AGT), l’Associazione Guide turistiche abilitate (GTA), e l’associazione Guide turistiche italiane (GTI), per organizzare visite guidate nel cimitero.
Un viaggio nella memoria della Palermo tra Ottocento e Novecento, tra i viali del cimitero monumentale più antico, cui i Florio sembrano indissolubilmente legati visto che si ritrova spesso traccia del loro passaggio o della famiglia. Ma è anche un luogo della memoria civile e ospita le tombe dei caduti di mafia, a partire dalla sepoltura del giudice Paolo Borsellino.
La cappella più antica dei La Grua Talamanca è di metà Quattrocento, e nel corso dei secoli furono diverse le famiglie di nobili e notabili che chiesero ai frati francescani del vicino convento, spazi per le tombe gentilizie. Ma si dovrà attendere il 1804 e l’editto napoleonico che proibì le sepolture in chiesa, per veder “esplodere” il cimitero di Santa Maria di Gesù in innumerevoli cappelle e mausolei di straordinaria eleganza architettonica. Nel 1866, con la soppressione degli ordini religiosi, il “cimitero dei nobili” passa allo Stato e quindi al Comune di Palermo. Che oggi sposa il progetto di valorizzazione delle Vie dei Tesori, sostenuto dall’assessorato comunale al Turismo: “Tempo al Tempo – Memorie di pietra: percorsi guidati e visite teatralizzate alla scoperta del cimitero monumentale”. Con una piccola azione scenica dedicata alla “regina di Palermo”.
Il nuovo progetto delle Vie dei Tesori, curato dalla storica dell’arte e guida turistica Alida Fragale prevede percorsi tematici alla scoperta delle tombe più importanti, sia per il nome dei personaggi sepolti, che per la bellezza dei mausolei, spesso opera di artisti, da Ernesto Basile a Damiani Almeyda, a Patricolo a Civiletti; e il coinvolgimento della comunità che possano riconoscere nel cimitero un luogo da preservare, difendere e valorizzare.
Tempo al Tempo: memorie di pietra avrà un suo primo step domenica 22 dicembre dalle 11: in programma una passeggiata corale condotta da Mauro Costa, responsabile della comunicazione della Biblioteca Leonardo Sciascia; da Alida Fragale e da Pierfrancesco Palazzotto, direttore del Museo Diocesano. Un percorso che approfondirà la storia della città e delle famiglie sepolte: è il cimitero dei nobili signori, qui riposano principi, baroni, marchesi, esponenti delle famiglie più conosciute che spesso affidarono ad architetti e artisti la costruzione delle loro cappelle; ma sulle tombe si leggono anche nomi di intellettuali, imprenditori, patrioti del Risorgimento e vittime di mafia. Alla fine della visita un’ “incursione” di Stefania Blandeburgo nei panni di Ilaria La Grua, antenata della baronessa di Carini che, davanti al mausoleo dei Florio, racconta le sue “conversazioni” nell’aldilà con Franca Florio; un prezioso, elegante monologo dello scrittore e giornalista Piero Longo.
Partecipazione gratuita.
Sempre domenica sarà possibile visitare – ogni ora dalle 10 alle 16 – il convento di Santa Maria di Gesù con visite guidate dai volontari della parrocchia dei Frati minori che sono il cuore pulsante della comunità.
LA PASSEGGIATA CORALE
Un percorso guidato tra i viali del cimitero, fermandosi dinanzi alle sepolture gentilizie più importanti: dalla liberty cappella Pensabene dove è sepolto Giuseppe Pensabene, il pittore dei “Promessi Sposi” e di tre immagini dell’altare della tomba dei Florio; alla sontuosa cappella Lanza Branciforte, anch’essa progetto del Patricolo: qui riposa Giulia Florio, sorella di Ignazio e Vincenzo e moglie di Pietro Lanza Branciforte, imprenditrice e filantropa; alla cappella Chiaramonte-Bordonaro, realizzata da Francesco Paolo Palazzotto: leggenda dell’epoca volle il nobile Antonio, elegante diplomatico, fosse tra gli amici dei Florio. Il percorso incontra poi la sepoltura dell’amico e medico di Garibaldi, Enrico Albanese, direttore dell’ospedale Civico (1865), e fondatore dell’Ospizio marino: dentro la cappella c’è un gran masso che sembra sia giunto dall’isola di Caprera. Si percorre il viale per raggiungere la cappella Mercadante di Francesco Paolo Palazzotto; e quella della famiglia De Pace: Luigi sposò Angelina Florio, figlia di Vincenzo; superata la bellissima cappella Trigona di Sant’Elia dove riposa l’illustre e discusso Romualdo Trigona e Gravina, principe di Sant’Elia, si inizia da qui la salita verso la cappella Lucchesi Palli di Campofranco realizzata da Emmanuele Palazzotto, e della cappella Pignatelli Aragona Cortes di Giuseppe Patricolo, sul cui timpano si scopre una scultura di Luca della Robbia. Ernesto Basile firma la cappella Lanza di Scalea (1900) con un pannello di Antonio Ugo; e Damiani Almeyda il monumento a Mariano Stabile progettato nel 1864. Siamo sul sagrato della chiesa di Santa Maria di Gesù: accanto l’antichissima cappella La Grua Talamanca, e la cappella di famiglia dei Salinas; del poeta Luigi Mercantini (autore de “La spigolatrice di Sapri”); e le sepolture dei sindaci di Palermo dopo l’Unità d’Italia: Nicolò Turrisi Colonna, Antonio Starabba marchese di Rudinì, Salesio Balsano, Pietro Piraino.